MILANO - Ricavare l’acqua a partire dall’aria usando solo l’energia solare. I ricercatori del MIT hanno messo a punto una versione migliorata del macchinario testato già tre anni fa, rendendolo più sostenibile.
Come funziona il dispositivo in grado di estrarre acqua
Il dispositivo sfrutta una differenza di temperatura per consentire a un materiale adsorbente, che raccoglie il liquido sulla propria superficie, di catturare umidità durante la notte e rilasciarla il giorno successivo. Quando il materiale viene riscaldato dalla luce solare, la differenza di temperatura fa sì che le goccioline assorbite vengano rilasciate per condensarsi su un piatto di raccolta.
La novità più sostenibile
Il progetto originale richiedeva l'uso di materiali particolari noti come MOF (strutture metallorganiche), ovvero cristalli sintetici ad elevata porosità interna, che però sono costosi e complicati da produrre, e quindi il risultato finale non era sostenibile. La svolta è arrivata con la messa a punto di un design a due stadi e con l'impiego di un nuovo materiale assorbente facilmente reperibile: una "spugna cristallina" che appartiene alla classe degli zeoliti, un minerale composto da un alluminofosfato di ferro microporoso.
Migliorare l’accesso all’acqua nel mondo
L'innovazione ha permesso di incrementare la produttività complessiva del sistema, che testato su un tetto del MIT ha prodotto 0,77 L /m2 / giorno. In pratica, considerando la stessa area di raccolta, i litri potenziali sono raddoppiati rispetto alla versione precedente, anche se i tassi esatti dipendono dalle variazioni di temperatura locali, dai raggi solari e dai livelli di umidità. Tale innovazione permetterà un migliore accesso all'acqua, un diritto umano fondamentale ma non accessibile allo stesso modo in tutto il mondo.
Di Salvatore Galeone