MILANO – Sono passati più di 20 anni da quando è stata utilizzata per la prima volta l’espressione “Internet of Things”. In questi anni le tecnologie si sono moltiplicate e si sono evoluti in maniera esponenziale anche i numerosi ambiti di applicazione: automobili, abitazioni, edifici, aziende e, perfino le città, oggi possono essere “smart”. Il concetto di Internet of Things è stato esposto per la prima volta nel 1999 dall’ingegnere inglese Kevin Ahston per raccontare come, attraverso la rete Internet, ogni oggetto di uso quotidiano può, in teoria, acquistare una sua identità nel mondo digitale. Un concetto che si basa sull’idea che gli oggetti “intelligenti” possano essere interconnessi tra loro così da poter scambiare le informazioni raccolte e ragionare in maniera parzialmente autonoma. Scopriamo meglio come la tecnologia possa aiutare a utilizzare la risorsa acqua eliminando gli sprechi.
La sensoristica digitale per l’ottimizzazione delle risorse
Tra i vari ambiti che si sono sviluppati c’è anche quello della sensoristica intelligente che, oggi, da un lato consente una sempre maggiore automatizzazione di alcuni processi necessari nella vita quotidiana e, dall’altro, grazie anche al contributo dell’intelligenza artificiale e delle analisi predittive, permette una gestione sempre più efficiente delle risorse. Attraverso questi strumenti, infatti, è possibile ottimizzare la gestione della distribuzione dell’energia elettrica, ad esempio, sia impostando delle fasce orarie che attivando sensori che regolano autonomamente l’accensione e lo spegnimento dell’illuminazione pubblica a seconda della luminosità esterna.
La tecnologia “smart” per ridurre gli sprechi della rete idrica
Anche la gestione della distribuzione dell’acqua è stata impattata in maniera positiva dall’evoluzione tecnologica anche se, soprattutto per in nostro Paese, c’è ancora tantissimo lavoro da fare. In Italia, secondo alcune stime, la perdita quotidiana totale di acqua nella rete idrica soddisfare i bisogni di 10 milioni di persone per un anno. Le nostre infrastrutture infatti sono obsolete e poco controllate e il tasso di dispersione che si registra è altissimo: quasi 130 litri per persona sprecati ogni giorno a fronte di un consumo medio pro capite giornaliero secondi i dati Istat di 240 litri. Per ridurre al minimo questo dati le città possono fare affidamento sia su smart meter e i sensori IoT, che sulle ultime tecnologie relative alle analisi predittive.
Sensori per l’analisi dei dati
I sensori alimentati dall’Internet of Things possono essere molto utili nella gestione oculata dell’acqua: possono identificare le anomalie nei sistemi, come le perdite dalle tubazioni e i malfunzionamenti delle apparecchiature, consentendo così di poter intervenire con tempestività e ridurre al minimo i disagi. I sensori poi, possono essere utilizzati per la misurazione della qualità e la quantità dell’acqua nei bacini idrografici oppure per le analisi chimiche delle acque. In definitiva, i dati in tempo reale forniti dai sensori consentono di avere un quadro chiaro e immediato, di poter monitorare i cambiamenti e, dunque, di poter prendere decisioni finalizzate a migliorare l’efficienza del sistema.
Smart meter e intelligenza artificiale per anticipare il futuro
A differenza dei contatori tradizionali che sono spesso “meccanici”, gli smart water meter raccolgono dati in tempo reale, consentendo una comunicazione a tre vie tra il dispositivo, il fornitore di acqua e l'utente. Uno dei principali vantaggi dei contatori intelligenti è l’accuratezza dei dati che, soprattutto per le Pubbliche Amministrazioni, si traduce in un controllo più dettagliato dei flussi che attraversano la rete e la possibilità di attivare interventi immediati per ridurre gli sprechi. Il progressivo uso di sistemi di intelligenza artificiale, dunque, può trasformare la gestione dell’acqua nelle città in molti modi: fornendo valutazioni e stime delle perdite in tempo reale, migliorando l’efficienza degli impianti, ottimizzando le risorse, organizzando il trattamento delle acque reflue e pianificando i momenti migliori per destinare l’acqua all’irrigazione.
Di Salvatore Galeone