MILANO – In Europa e nel nostro Paese, si è resa sempre più necessaria la definizione di azioni rapide ed efficienti che mirino all’incremento delle politiche nazionali per prevenire la sovrapproduzione di rifiuti e migliorare le strategie di smaltimento, attraverso strumenti economici e leve fiscali. L’obiettivo comune è riuscire a sviluppare - incrementandola - la raccolta differenziata per minimizzare il ricorso alla discarica. L’Italia è la prima tra i Paesi europei ad aver tradotto le potenzialità dell’economia verde in un volano per la ripresa economica nazionale.
Autostima verde
Nonostante le criticità che percorrono il Belpaese da diverso tempo, l’Italia costituisce un’eccellenza mondiale per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti. Con cinque anni di anticipo, nove regioni italiane hanno raggiunto gli obiettivi prefissati dalla comunità europea per il 2020: cosa non quadra allora? Il problema sembrerebbe tutto sociale: gli italiani - stando al report Dual Citizen redatto dal centro di ricerche di Washington DC - hanno una percezione negativa delle proprie potenzialità. Quella che gli statisti hanno battezzato come “mancanza di autostima verde” deriva da una necessità di fondo di corrette politiche di comunicazione e sensibilizzazione dei cittadini ad adottare stili di vita più attenti e a considerarli un tassello fondamentale per lo sviluppo dell’economia nazionale.
L’Italia capofila delle buone pratiche
L’innovazione nel campo del riciclo, lo sviluppo dell’ecodesign e dei sistemi di riuso, il recupero degli oggetti destinati a nuova vita e la riduzione del consumo delle materie prime si traducono in dati sorprendenti per quanto riguarda lo sviluppo della green economy italiana. La trasformazione degli pneumatici in suole per le scarpe, dei fondi di caffè in terriccio per la coltivazione dei funghi, della buccia delle arance in tessuto sono solo alcuni dei numerosissimi espedienti trovati per lanciare l’economia del riuso, del riciclo e del risparmio, oltre che per la nascita di start-up e piccole imprese che hanno dato impiego ai giovani.
Il rapporto Anci-Conai
Proprio queste pratiche, evidenziate dal rapporto Anci-Conai – insieme a una gestione vincente di rifiuti generati dalla raccolta differenziata, hanno portato 3549 comuni di nove regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Marche, Sardegna e Valle D’Aosta) a distinguersi in Europa per l’attuazione di politiche dedicate ai rifiuti, raggiungendo così l’obiettivo del ritiro del 50% dei prodotti immessi sul mercato; tra queste solo il Trentino-Alto Adige ha passato anche il traguardo del 65%. Inoltre, a dodici di questi comuni, tra cui Como, Bergamo e Milano, è stato conferito un riconoscimento speciale per l’efficienza delle strategie applicate.
di Salvatore Galeone
27 gennaio 2017
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