MILANO – Un team di ricercatori della Berkeley University of California ha sviluppato un dispositivo in grado di estrarre acqua potabile dall’aria. Tramite un particolare processo l’estrattore sembra riuscire a ricavare oro blu dalle zone più aride del deserto, anche con basse percentuali di umidità. Una scoperta che negli anni a venire potrebbe risultare fondamentale nel garantire l’accesso delle risorse idriche a tutte le popolazioni.
Il prototipo dell’estrattore d’acqua
Gli studiosi affermano che il nuovo dispositivo sviluppato è in grado di ricavare oltre 1,3 litri di acqua purificata al giorno, anche in zone con umidità al di sotto del 40%. Non un grosso quantitativo, ma quanto serve ad un essere umano per sopravvivere in situazioni di emergenza.
Il team afferma che lo strumento utilizzato per gli esperimenti è aggiornato a quest’anno e si tratta del terzo prototipo sviluppato a partire dal 2017. Rispetto al primo prototipo, quello attuale, è dieci volte più efficiente. L’esperimento è stato condotto nel Mojave Desert: qui l’estrattore, sebbene in condizioni davvero estreme a causa della bassa umidità dell’aria, ha prodotto 200 ml di acqua.
Ricavare acqua dall’aria, come funziona?
Il componente principale di questo nuovo strumento è un particolare materiale chiamato MOF (Metal-Organic Framework), che disposto su pannelli dotati di un’ampia superficie permette la separazione delle molecole di acqua dall’aria, le quali vengono condensate all’interno di speciali contenitori a temperatura ambiente. Si tratta di larghe scatole in plexiglass, riempite di cartucce in MOF, in grado di filtrare ed immagazzinare grandi quantità di acqua, purificandola.
di Michael Dones
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