L’Harvard Medical School spiega come dopo un viaggio lungo e stancante
MILANO – Per molti viaggiatori le vacanze sono anche un pretesto per conoscere posti nuovi e lontani ma nascondono spesso un lato spiacevole, il jet lag. Passando da un fuso orario a un altro ma anche esponendosi a stimoli ambientali diversi, il rischio è soffrire di alcuni disturbi fastidiosi come la difficoltà a dormire, affaticamento, irritabilità, nausea, difficoltà di concentrazione, mal di testa e mal di stomaco. In America, la Family Health Guide dell’Harvard Medical School riporta alcuni pratici consigli su come minimizzare gli effetti del jet lag, partendo anche da una buona idratazione.
IL JET LAG– In generale, spiega lo studio, ci vuole un giorno perché il corpo “registri” ogni fuso orario che si attraversa, anche se più si è anziani e più tempo ci vuole perché il metabolismo si regoli. Ed è più faticoso adattarsi se si viaggia verso est, perché il giorno di arrivo si accorcia, mentre viaggiando a ovest si hanno più ore per recuperare il ritardo nel nuovo fuso. Nei viaggi in cui si attraversano una o due “zone di tempo”, si è maggiormente in grado di svegliarsi, mangiare e dormire rispetto a viaggi più lunghi.
LE TRE REGOLE D’ORO– Non c'è un modo sicuro per evitare il jet lag del tutto, ma si può essere in grado di ridurre i suoi effetti e la durata . Ecco come:
1) Iniziare lo “spostamento” prima del viaggio
Gradualmente spostare i pasti e l’ora in cui si va a dormire a ridosso degli orari del luogo in cui si soggiornerà. Ad esempio, se si torna in Italia dal continente americano, è consigliabile andare a letto mezz’ora prima del solito per diverse notti. Se invece il viaggio è verso ovest è opportuno restare a letto una mezz'ora in più per diverse notti consecutive.
2) Tenersi sempre idratati
Essere disidratati peggiora i sintomi fisici del jet lag. Quindi è opportuno bere molto prima, durante e dopo il volo ma evitando la caffeina e l'alcool. Entrambi accentuano la disidratazione e, anche se si potrebbe pensare che il caffè aiuti a restare svegli e l’alcool a dormire, in realtà, entrambi possono disturbare il sonno.
3) Mettersi in moto il più rapidamente possibile
Se si resta più di uno o due giorni, bisogna modificare le abitudini alimentari e relative al riposo secondo l’orario del fuso di destinazione. Per questo è opportuno regolare il proprio orologio già in aereo. Una volta arrivati può risultare difficile cercare di rimanere svegli quando si arriva e, al mattino dopo, essere pronti e svegli come la gente del posto. È consigliato, in questo caso, fare brevi sonnellini, se ce n’è il bisogno, e impegnarsi in piccole attività sociali che aiutano a regolare il proprio orologio biologico.
aggiornato il 12 agosto 2014