Intervista al fotografo Carlo Rocchi Bilancini che ha "annacquato" i VIP
ROMA - Dal 13 Febbraio al 15 Marzo 2014 all’ Acta International di Roma è esposto "Pesci fuor d'acqua", un progetto fotografico di Carlo Rocchi Bilancini.L'autore ha ritratto a colori oltre 50 protagonisti del mondo dell'arte e dello spettacolo, tra loro Marina Ripa di Meana, Lindsay Kemp, Matteo Boetti, Jack Sal e Antonella Zazzera, ma anche persone "comuni" immergendoli vestiti e muniti dei loro attributi professionali nell'acqua di una piscina.
Com’è nato questo progetto fotografico?
Il progetto nasce in maniera casuale. Stavo fotografando una coppia di amici che ballava il tango vicino alla loro piscina e mi è venuto in mente di fargli qualche foto in acqua, vestiti così come erano. Da subito ho deciso di escludere dall'inquadratura il bordo della piscina; al fine di raggiungere un'immagine più sintetica, di consentire all’occhio di concentrarsi soltanto sul soggetto e sul colore dell'acqua. Poi, ho avuto la fortuna di conoscere il prof. Umberto Morera e sua moglie Anna Maria Balsano, collezionisti e cultori di fotografia contemporanea. Ho mostrato loro le prime foto; gli sono piaciute e mi hanno spinto a farne altre, a proseguire il progetto. Alla fine, hanno deciso di promuovere l'omonimo volume pubblicato da Skira e la mostra ospitata, nell’autunno 2012, dalla Fondazione Cini a Venezia nell'àmbito della XIII Biennale di Architettura. Senza di loro, Pesci fuor d'acqua non avrebbe avuto questo successo.
Che significato ha l’acqua nelle tue fotografie?
L'acqua rappresenta il liquido amniotico ed i soggetti fotografati tendono a rivivere la condizione prenatale, che poi è l’Eden. Infatti, secondo la teoria di Otto Rank e del suo libro ‘Il Trauma della Nascita’, che mi ha influenzato molto, ogni essere umano soffre, alla nascita, il più intenso trauma della vita, che in realtà non viene mai completamente superato ed è responsabile del desiderio di ritorno nel grembo materno. In quest’ottica, ogni forma di angoscia non sarebbe altro che la ripetizione dell'angoscia della nascita. Analogamente, ogni forma di piacere deriva dalla tendenza a riprodurre il primo piacere, quello dell'esistenza all'interno del corpo della madre. Questo in fondo è avvenuto in Pesci fuor d'acqua,in maniera giocosa, leggera, ironica, con un risultato surreale. È una serie che mi rappresenta molto; difatti, se appaio persona leggera ed ironica, tendo comunque ad andare nel profondo, a raccontare la mia essenza, a ricercare quella degli altri. Ho appena concluso una serie di fotografie di donne immerse nell'acqua che indossano dei burqa afghani. In questo caso, è un lavoro che riguarda il velo, il coprirsi, quello che nasconde l'essenza delle persone. Sono molto interessato agli aspetti profondi dell'animo umano e, di conseguenza, alle barriere visibili o invisibili che impediscono l'espressione dell'autentica natura di un individuo; barriere che spesso diventano prigioni.
Qual è secondo te il ruolo artistico e simbolico dell’acqua?
L'acqua è elemento fluido, che si adatta e si plasma, ma al contempo mantiene anche tutta la sua identità. Il suo stato liquido la rende libera da vincoli e le permette di trasformarsi ed assumere qualsiasi forma, pur rimanendo sempre se stessa. È simbolo di flessibilità, di cambiamento, di capacità di adattarsi alle circostanze. L'acqua è anche associata all'emotività ed all'intuizione, caratteristiche che mi appartengono. È simbolo di vita, di nascita e rinascita, di trasformazione e purificazione.
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aggiornato l'11 febbraio 2014