Silvia Zacchello, l’artista del riciclo creativo

Silvia Zacchello, l’artista del riciclo creativo

L’upcycling è una tecnica che prevede il recupero e la decorazione di alcuni oggetti caduti in disuso, scopri di più in questa intervista.

MILANO – Silvia Zacchello ha una formazione artistica e la passione per la sostenibilità. Ha iniziato con il dipingere vecchi mobili e ora mette insieme molti materiali di scarto per creare delle opere artistiche. 

Silvia è un’appassionata del riutilizzo creativo, conosciuto anche come upcycling, ovvero di quel processo che prevede la trasformazione di materiali di scarto, prodotti inutili o indesiderati in nuovi oggetti percepiti come di maggiore qualità, a cui viene attribuito un valore artistico o ambientale

Sul suo sito si possono anche trovare dei corsi, dove dispensa qualche consiglio per approcciarsi a questa disciplina.

In questa intervista, Silvia ci racconta perché è divertente e allo stesso tempo utile dipingere oggetti e complementi d’arredo per liberarli dall’anonimato e ridare loro nuova e colorata vita.

 

Ciao Silvia, parlaci un po’ di te e del tuo percorso. Com’è nata la tua passione per l’upcycling? Ci spieghi meglio di cosa si tratta? 

Io vengo da un percorso di studi di tipo artistico: ho frequentato il Liceo Artistico e poi l’Accademia di Belle Arti. 

Ho iniziato dipingendo vecchie sedie: mi piaceva l’idea di recuperare, attraverso un intervento decorativo, oggetti che obiettivamente servivano a qualcosa e che molto probabilmente sarebbero stati buttati se non ci fosse stato un intervento di questo o altro genere. La soddisfazione che mi ha sempre dato il poter dare una nuova e colorata vita a cose messe in un angolo e destinate alla discarica mi ha così spinto a tentare recuperi di volta in volta più azzardati e sfidanti. Quando devo buttare qualcosa mi chiedo sempre se non ci sia il modo di riutilizzarlo creativamente.

Quindi sintetizzando direi che la mia passione per l’upcycling nasce soprattutto da un fastidio verso lo spreco, di ogni genere. Se posso prolungare la vita di un oggetto, anche apparentemente insignificante, grazie a un progetto creativo, questa possibilità mi rende molto più soddisfatta del dipingere una tela nuova acquistata in cartoleria ma che, per forza di cose, avrà una funzione prettamente estetica e decorativa. 

 

Qual è, secondo te, il rapporto tra arte e sostenibilità? Quali sono i materiali che usi più di frequente all’interno delle tue opere e perché?

Io uso quasi esclusivamente materiale di recupero, spaziando dal legno al vetro, alla plastica, ma anche al metallo e talvolta al cartone e ai tessuti. Non vi è una ragione particolare: se l’oggetto che voglio recuperare ha secondo me un “potenziale” creativo, ritengo opportuno utilizzarlo. Per certi progetti si sposa meglio il vetro, per altri la plastica, per altri ancora il legno, ma talvolta riesco a combinarli anche tutti insieme.

In questo senso credo l’arte, intesa come atto creativo, sia imprescindibilmente legata alla sostenibilità: proprio perché è un bene prezioso, che in genere si tramanda, si eredita, si regala, si vende… difficilmente si butta in discarica un’opera d’arte, o almeno voglio sperare! Perché è proprio quel valore a fare la differenza e che, a mio parere, non ha veramente nulla a che fare con la preziosità dei materiali usati, quanto più con la preziosità della testimonianza scritta, grafica, materica del pensiero di individui straordinari che ci hanno fatto il regalo di lasciare una traccia del loro delicato o irruento passaggio su questa terra. L’artista è sempre un termometro più sensibile nei confronti dei cambiamenti in atto e per questo credo vada sempre salvaguardato e protetto, come una specie rara ma senza la quale il mondo non sarebbe più lo stesso. 

Ci sono sicuramente dei materiali più pregiati di altri, ma non credo quindi siano quelli che concorrono nel definire un’opera d’arte, almeno non per me. 

 

Abbiamo visto dal tuo sito che offri anche dei corsi in formato video o PDF: qual è il tuo obiettivo? A chi ti vuoi rivolgere? 

Da quando ho iniziato a mostrare il mio lavoro sui social ho notato come moltissime persone fossero incuriosite non solo da quello che creassi ma anche da come riuscissi a crearlo. Poiché il procedimento che utilizzo per dipingere gli oggetti non è così breve e semplice da spiegare e poiché la domanda era davvero tanta, ho pensato di creare un “posto” in cui davo risposte chiare ed esaustive a tutte quelle domande che quotidianamente mi venivano fatte e tuttora mi vengono fatte. Il mio obiettivo era semplicemente quindi quello di spiegare nel modo più chiaro possibile come e con cosa io dia nuova vita agli oggetti, in modo che le persone che volessero intraprendere questo percorso avessero tutti gli strumenti e le risposte necessarie per eseguire al meglio il loro progetto.

Ho creato inoltre un altro PDF che racchiude tutta una serie di consigli su “come farsi trovare”, qualora si svolga o si volesse svolgere una professione creativa, poiché sono consapevole che come creativi, specialmente all’inizio, non si sappia bene come muoversi, cosa fare, dove andare e ci si senta invisibili.

Di Stefano Morretta

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