Stefano Giovannoni, estetica del futuro dominata da ecosostenibilità

Stefano Giovannoni, estetica del futuro dominata da ecosostenibilità

La plastica diventa un mezzo di comunicazione e uno strumento artistico in grado di veicolare messaggi sociali importanti. Il designer Stefano Giovannoni spiega in un'intervista come questo materiale diventerà prevalente nei canoni artistici degli anni avvenire e perché è necessario sostenere responsabilmente il riciclo...

Intervista al giovane designer che ha fatto della plastica una forma d’arte e comunicazione sociale

Il riciclo è una componente importante nei processi artistici?

Indubbiamente, le tematiche dell'ecosostenibilità stanno incidendo profondamente sul nostro linguaggio espressivo e sul nostro modo di guardare il mondo degli oggetti.  Il riciclo è senz'altro una componente importante di questo processo, e va sostenuto con politiche di tutela ambientale più serie di quelle attuate finora. Credo che il tema dell'ecosostenibilità non possa limitarsi alle iniziative individuali, dei singoli designer o aziende, cominceremo ad ottenere risultati reali solo se riusciremo a costruire una politica più attenta verso l'ambiente e premiante nei confronti di aziende che promuovono l'utilizzo di materiali ecosostenibili.

Pensa sia necessaria una maggiore sensibilizzazione della società sul tema ambientale?

Già da alcuni anni è emersa con forza la necessità di politiche ambientali e si è attivata la ricerca sui materiali ecosostenibili. Fino ad oggi, realizzare un oggetto con tali materiali significava determinare un incremento di costi che incideva pesantemente sull'economia del prodotto. Oggi, finalmente, queste ricerche riescono a mettere a nostra disposizione materiali ecosostenibili a prezzi competitivi.

Le Sue creazioni coniugano eleganza, ironia e praticità. Si batte anche per la sostenibilità nuova tendenza che ha coinvolto anche il settore artistico?

Abbiamo recentemente sviluppato una famiglia di prodotti per un’azienda cosmetica che esigeva, per l’arredo dei propri negozi hair dresser, non solo materiali ecosostenibili classe A, ma chiedeva che anche l’azienda che produceva tali arredi, fosse certificata, a basso impatto ambientale. In questo caso, gli arredi sono stati realizzati con imbottiture in BIOH®, un nuovo materiale con caratteristiche simili al poliuretano, mentre i rivestimenti prevedono un nuovo tipo di skay realizzato con l’81% di materiali sostenibili: prodotti naturali 30% e materiali riciclati 51%.  I prodotti tessili sono stati ricavati da fibre naturali senza che alcun metallo pesante sia stato utilizzato per la stabilizzazione o per i pigmenti. Un altro tipo di rivestimento utilizzato consiste nel lino “tamblerato”, proveniente da colture biologiche a km zero e impermeabilizzato attraverso un processo di tambler per renderlo impermeabile e stabile all’attrito.

Secondo Lei progresso e sostenibilità possono convivere? Il bello e il buono cioè possono essere compatibili?

Ne sono convinto. Purtroppo viviamo la crisi di un sistema che presto dovrà essere rifondato su basi completamente nuove, dove non credo fra progresso e sostenibilità ci debbano essere contraddizioni.

La plastica usata in maniera creativa ed artistica può divenire essa stessa strumento di sensibilizzazione sociale in materia ambientale?

Penso che l'ecosostenibilità andrà a determinare una nuova estetica che caratterizzerà i prossimi anni. Il designer dovrebbe essere il primo soggetto a recepire questi cambiamenti che incideranno profondamente sulla nostra sensibilità, adeguando ad essi il proprio linguaggio espressivo. Troppo spesso abbiamo visto il linguaggio del designer come legato ad una poetica individuale, mentre sarebbe senz'altro più interessante interpretarlo in funzione dei cambiamenti del nostro contesto.

aggiornato il 26 febbraio 2013