MILANO – Una fra le “cento cose da fare almeno una volta nella vita” potrebbe essere senza dubbio assistere allo spettacolo dell’aurora boreale, quel fenomeno naturale che si caratterizza per la presenza, in cielo, di fasce colorate che vanno dal rosso al verde all’azzurro. Uno fra i posti più suggestivi e caratteristici per poterla vedere, in Svezia, è sicuramente l’Ice Hotel, un albergo realizzato completamente di ghiaccio. Un’istituzione dal 1991, anno in cui è stato concepito per la prima volta. La particolarità di questa struttura è che è destinata a “morire” ogni anno in quanto, ad aprile, il ghiaccio si scioglie per poi, qualche mese più tardi, essere ricostruito con un design completamente diverso rispetto la volta precedente.
Le aree differenti di cui è composto l’Ice Hotel
L’albergo di ghiaccio è suddiviso in diverse aree, in base alle richieste dei clienti che ogni anno lo scelgono per provare contemporaneamente un’esperienza diversa dal solito e gustarsi uno spettacolo come quello offerto dall’aurora boreale. Oltre a stanze “classiche” e chalet, nella struttura ci sono anche camere panoramiche, che offrono una vista a 360° sull’ambiente esterno, ma anche ciò che viene chiamato “Icehotel Winter”. Quest’ultima esperienza, che è possibile provare esclusivamente da dicembre ad aprile - prima che il ghiaccio di cui sono composte le camere si sciolga - permette di soggiornare in diverse stanze mai create e pensate prima, realizzate da artisti provenienti da ogni parte del mondo. I costi? Non sono proprio tra i più accessibili: si va dai circa 300 Euro per uno spazio con quattro posti letto fino agli 800 per soggiornare in una suite.
A scolpire l’Ice Hotel è stato l’artista italiano Maurizio Perron
L’artista, proveniente dalla Valsusa, è l’unico italiano, assieme a più di 30 scultori provenienti da tutto il mondo, ad essere stato coinvolto nella realizzazione dell’Ice Hotel, la cui temperatura interna è molto bassa. Il suo compito è stato quello di realizzare una delle diverse suite dell’albergo e, per farlo, ha dovuto intagliare due grandissimi blocchi di ghiaccio da un paio di tonnellate l’uno.
di Michael Dones
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