Moda circolare, l’ultimo trend per vestire fashion rispettando l’ambiente

Moda circolare, l’ultimo trend per vestire fashion rispettando l’ambiente

Abiti usati, produzioni sostenibili e materiali ecologici guidano la “fashion revolution”, il cui mercato potrebbe valere più di quello dell'industria della moda tradizionale

MILANO – Vestirsi è una necessità e un piacere in tutto il mondo. Eppure l’industria della moda è responsabile del 10% delle emissioni globali di carbonio e ogni anno oltre 500 miliardi di dollari vengono sprecati nell’acquisto di indumenti poco indossati, né donati né riciclati. Complice la situazione mondiale, diverse aziende impiegate nel campo della moda si stanno orientando verso la riduzione degli sprechi e dei rifiuti. Contro inquinamento e sprechi, arriva la moda circolare, la fashion revolution che introduce un nuovo concetto di moda, più sostenibile e che riutilizza i materiali nei diversi cicli produttivi.

Gli sprechi nel mondo della moda

Dietro alla creazione di gonne, giacche e borsette si può nascondere un mondo di sprechi e, di conseguenza, di inquinamento. Secondo uno studio pubblicato su Nature Reviews Earth and Environment*, l’industria della moda consuma 79mila miliardi di litri d’acqua, produce 92 milioni di tonnellate di rifiuti ed è responsabile dell’8-10 per cento delle emissioni globali di CO2 (circa 4-5 miliardi di tonnellate all’anno). Inoltre, la Ellen MacArthur Foundation** stima che ogni anno si perdano circa 500 miliardi di dollari per indumenti che, indossati a malapena, non vengono né donati né riciclati e finiscono direttamente in discarica.

La moda circolare

Dati preoccupanti che, complice anche la situazione economica attuale, hanno orientato il mondo verso la riduzione degli sprechi e dei rifiuti. Oltre al mercato dell’usato, sempre più aziende fashion per i propri capi ricorrono all’uso di fibre biodegradabili, biologiche o ottenute da materiali di scarto.

Anche in Italia si fanno largo aziende che investono nell’abbigliamento green. Un’azienda di Bergamo ha infatti sviluppato il primo collant in Italia realizzato con filati ottenuti dal riciclo delle bottiglie PET. Si chiama "Oroblù Save The Oceans" la linea di collant realizzati con Repeatable, filato di poliestere prodotto da RadiciGroup che consente di abbattere le emissioni di CO2 e ridurre il consumo di acqua ed energia. A Prato l’azienda Rifò produce capi e accessori di alta qualità realizzati con fibre tessili rigenerate e rigenerabili. Con l'aiuto di artigiani locali i vecchi indumenti in cachemire, cotone e jeans vengono trasformati in un nuovo filato con il quale si realizzano, a km 0, morbidi e soffici prodotti d’abbigliamento.

La regola delle 7R

Non solo le aziende, ma anche i consumatori sono chiamati a dare il proprio contributo in ottica di moda circolare, riducendo l’impatto ambientale e al tempo stesso tempo migliorando la filiera produttiva delle aziende. Oltre a comprare capi prodotti da marchi sostenibili ci sono diversi modi di rendere il proprio rapporto con la moda più ecologico ed etico, che si possono riassumere nella regola delle 7R: Riduci, Riusa, Reinventa, Ricicla, Ripara, Rivendi, Rent (noleggia). Secondo Fashion Takes Action, organizzazione canadese che si occupa di monitorare, informare, educare al tema della sostenibilità nel mondo della moda, questi sono i capisaldi da seguire per avere in casa un guardaroba green.

Di Rossella Digiacomo

Bibliografia:

* The environmental price of fast fashion; Apr. 2020

** A positive vision for a system that works, summoning the creative power of the fashion industry to build it: Report 2020