MILANO - Si è tenuta a Firenze, dall’11 al 13 gennaio nella suggestiva cornice di Fortezza da Basso, la 101esima edizione di Pitti Uomo, una delle manifestazioni più attese della moda italiana. Tre giorni dedicati alla moda maschile che anche quest'anno si sono svolti con una formula ibrida, sia in presenza sia online. Molti dei brand di moda protagonisti attraverso i propri capi hanno dichiarato di avere una missione comune, ovvero la tutela del Pianeta. Ciò anche grazie un’apposita sezione a loro dedicata: “S|Style sustainable at Pitti”.
Moda e sostenibilità
“S|Style sustainable at Pitti” è il progetto speciale che ha permesso di presentare alcuni dei più interessanti brand emergenti di abbigliamento sostenibile maschile sulla scena globale, protagonisti alla Fortezza da Basso in un'area all'interno del percorso espositivo di Superstyling e online su Pitti Connect. Curato dalla fashion journalist Giorgia Cantarini e organizzato insieme a Unicredit, il progetto ha fin dal suo esordio attratto l'attenzione di stampa e top buyer internazionali, presentando una selezione di brand frutto di uno scouting tra le realtà giovani e i designer più cool che per le rispettive creazioni mettono al centro del loro lavoro l’eco-responsabilità e producono seguendo criteri di economia circolare.
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I marchi di abbigliamento sostenibile ed ecofriendly
Tra i brand protagonisti troviamo N Palmer, che per le sue collezioni utilizza diversi tessuti e tecniche di riciclo dei materiali, lavorandoli come un patchwork costruito manualmente per dare disegni dinamici, effetti vintage e l’idea di collezionare pezzi unici. Altro protagonista è stata Figure Decorative, che con la sua filosofia “slow fashion” combina la funzionalità del prodotto con un’estetica eccentrica, utilizzando pelli di recupero per le borse e gli zoccoli, nuove calzature cool, prodotti solo in pochi modelli per evitare sprechi e ridurre gli avanzi. Il brand thailandese Philip Huang ha presentato la collezione “Blue of the Sky” ispirata al cielo e alle antiche tradizioni manufatturiere con i loro strumenti e tessuti artigianali: pelli ecologiche e tinture naturali per realizzare capi che ripropongono una prospettiva contemporanea della loro tradizione artigianale.
L’etichetta spagnola Ecoalf, da sempre in prima linea per quanto riguarda ricerca e sviluppo di pratiche sostenibili, non solo cerca di rimodellare il modo di vestire attraverso i suoi vestiti ecosostenibili, ma vuole far adottare un approccio alla vita più rispettoso dell’ambiente in chi li indossa. Per farlo, il brand utilizza materiali di alta qualità composti da filati inediti, provenienti dalle bottiglie di plastica, dallo zucchero di canna, dal caffè, da carboni naturali e dai tessuti naturali riutilizzati.
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Le ultime novità di moda etica e sostenibile
Non solo capi e accessori: Pitti Uomo quest’anno è stata l’occasione anche per approfondire tutte quelle tecniche all'avanguardia per la tintura dei materiali, con soluzioni capaci di ridurre il consumo di acqua. Sempre più evolute, nuove capsule in maglia impiegano filati nati dalla conversione di bottiglie di plastica recuperate in mare. L’attenzione alla sostenibilità culmina su capi come l’abito sostenibile washable e antibatterico in alternativa al completo biodegradabile. Durante Pitti Uomo si è inoltre dato spazio a progetti upcycling di sneakers uniche e irripetibili, con vestiti e accessori, realizzati recuperando capi usati e prodotti di scarto, che diventano pezzi must-have.
Il mondo della moda sostenibile in ripresa
La società organizzatrice Pitti Immagine ha voluto dare un segnale di ripresa, pensando di aprire i battenti ai visitatori, seppur in forma contingentata. La manifestazione, infatti, ha dato la possibilità alle aziende del made in Italy italiano di incontrare i buyer nazionali e internazionali, anche se quelli asiatici erano assenti a causa della situazione sanitaria. Secondo le stime elaborate dal Centro studi di Confindustria moda, il menswear ha chiuso il 2021 con un fatturato in recupero dell'11,9%, a circa 9,1 miliardi. Sono ancora lontani i numeri pre-Covid, ma la ripresa dell'export fa ben sperare che si possano pareggiare nei prossimi due anni. Nel 2021 le stime del Csc indicano un export, che vale il 71,3% del totale, in crescita dell'11,2% a poco più di 6,5 miliardi.
Di Rossella Digiacomo