Il meteorologo del TG5 spiega il ciclo idrologico e l’importanza dell’acqua per la vita
di Andrea Giuliacci
MILANO - Il ciclo idrologico è costituito da tutta quella serie di trasformazioni cui va incontro l’acqua nel circolare all’interno del sistema costituito da continenti, oceani e atmosfera. In particolare il ciclo idrologico coinvolge i processi di evaporazione, condensazione e precipitazione, ovvero caduta dal cielo sottoforma di pioggia, neve o altro.
LA GENESI DELLE PRECIPITAZIONI - Le precipitazioni, che siano costituite da fiocchi di neve, gocce di pioggia o nebbia, oppure altre forme di idrometeore – quali ad esempio rugiada, grandine o brina – hanno luogo quando il vapore acqueo condensa o solidifica rispettivamente in molecole d’acqua o cristalli di ghiaccio e, al contempo, il numero di molecole che si raggruppano assieme raggiunge un numero tale da far apparire le idrometeore, cioè il prodotto che precipita dal cielo. Fondamentalmente il vapore acqueo condensa, e dà luogo a precipitazioni, a seguito del raffreddamento dell’aria che lo contiene: l’aria fredda infatti può contenere un numero di molecole di vapore inferiore a quello contenuto nell’aria calda, e così le molecole di vapore divenute in eccesso sono costrette a trasformarsi – attraverso il processo di condensazione – in molecole d’acqua. Le molecole d’acqua si raggruppano poi attorno alle impurità presenti nell’atmosfera, note come aerosol – pulviscolo, sale marino, sostanze inquinanti – e danno vita alle gocce di nube e successivamente, se la goccia si ingrossa a sufficienza, alla pioggia. Attenzione: se l’atmosfera fosse pura, senza sostanze estranee a sporcarla, le molecole d’acqua non troverebbero un “catalizzatore” attorno a cui aggrapparsi e quindi non ci sarebbero né nuvole, né tanto meno piogge!
LA MINIERA SOTTERRANEA - Ai fini dell’approvvigionamento idrico sia la neve che la pioggia sono dei beni preziosi. La neve costituisce una sorta di riserva a cui attingere su periodi medio-lunghi: si scioglie gradualmente, man mano che l’atmosfera diviene più calda, e quindi anche in una stagione di per sé piuttosto asciutta come l’estate costituiscono una preziosa risorsa d’acqua. La pioggia invece viene trasportata con una maggior velocità, e quindi il suo effetto benefico si fa sentire soprattutto sul breve-medio termine.
IL CAMBIAMENTO CLIMATICO - I periodi di intensa piovosità alternarti a periodi aridi sono un segnale di cui preoccuparsi, perché sono espressione dell’estremizzazione del clima: la maggior energia presente nell’atmosfera infatti fornisce carburante aggiuntivo per tutti i fenomeni atmosferici e contribuisce a mandare “fuori giri” la circolazione atmosferica. Così diventano più frequenti i periodi con alta pressione stabile e insistente, capace di scatenare siccità e grande caldo, ma al contempo anche i temporali violenti e le perturbazioni intense, per cui quando poi la pioggia arriva spesso è molto forte e abbondante, capace di produrre nubifragi o alluvioni.
L’UOMO E LA RISORSA ACQUA - Senz’altro sì in alcune regioni del Globo, in particolare laddove la mancanza di pioggia costituisce spesso un problema. Anche in alcuni paesi in forte sviluppo vi è senz’altro una grande sensibilità all’importanza della pioggia, se è vero che, ad esempio, in Cina esiste un vero e proprio Ufficio Modificazione del Clima che ha il compito di cercare – con esiti quanto meno dubbi – di modificare il tempo al fine di far piovere sulle regioni afflitte da siccità o alti tassi di inquinamento. Purtroppo meno sensibili invece le popolazioni dei paesi più sviluppati, dove la tecnologia e un clima più favorevole nel recente passato hanno garantito l’accesso a questa preziosa risorsa.
L’IMPEGNO - L’Italia è un territorio ricco di fonti e sorgenti, un patrimonio importante da preservare. Purtroppo non siamo in grado di governare il clima, e quindi dobbiamo solo sperare che le piovose perturbazioni atlantiche – quelle che in passato hanno garantito la maggior parte delle preziose piogge destinate al nostro Paese – continuino ad attraversare la nostra Penisola. Nel nostro piccolo possiamo cercare di combattere il cambiamento climatico, e in particolare il surriscaldamento del Pianeta, limitando le emissioni di gas serra: tuttavia gli eventuali benefici effetti si farebbero sentire solo nell’arco di decenni.
aggiornato il 24 luglio 2014