MILANO – C'erano una volta le Isole Salomone. Quelle, per intenderci, dove fu abbandonato Corto Maltese, legato e su una zattera, dopo che il suo equipaggio si era ammutinato ne Una ballata del mare salato. Il marinaio protagonista dei fumetti di Hugo Pratt fu ripescato dall'imbarcazione dell'amico nemico Rasputin. Si salvò, Corto. Chi rischia seriamente di non farcela, invece, sono proprio le Isole che fecero da cornice alle sue avventure, come ha spiegato un recente studio condotto da alcuni ricercatori australiani.
Il problema delle Isole Salomone
La situazione al largo del Pacifico è critica. L'accresciuto livello delle acque marine, combinata con l'erosione costiera, ha già fatto scomparire 5 isolotti che compongono l'arcipelago e altri sei, secondo gli esperti, sarebbero a rischio. Le cinque isole scomparse non erano abitate, ma avevano una ricca vegetazione: non molto grandi, con una superficie al massimo di cinque ettari, venivano spesso usate dai pescatori locali come punto sosta. "Non erano solo piccoli isolotti sabbiosi", ha lamentato uno degli autori dello studio, Simon Albert. Sulle altre sei isole a rischio, l'erosione della costa ha fatto precipitare una decina di case nel mare negli ultimi cinque anni e ha obbligato due villaggi a ricollocarsi nell'entroterra.
Biodiversità a rischio
Le isole Salomone sono particolarmente minacciate non solo perché l'acqua è in aumento di quasi tre volte più che la media mondiale in questo zona e sia perché le onde che erodono la costa sono particolarmente violente. E' vero che l'arcipelago, situato a est della Papua Nuova Guinea (Oceania), è composto da circa mille sole (per una superficie che, complessivamente, copre una superficie di 28.000 chilometri quadrati). Ma è anche vero che il fenomeno, al momento, sembra quasi irrisolvibile. Una minaccia silenziosa e costante per questi paradisi naturali, trionfo di biodiversità, la cui popolazione attuale supera, non di molto, il mezzo milione di abitanti.
di Alessandro Michielli