MILANO – Lo scioglimento dei ghiacciai è una questione delicata, che ogni anno alimenta discussioni e propone strategie per risolvere un problema che oggi preoccupa tutto il mondo. Ma se l’uomo resta la causa principale di una problematica che tiene con il fiato sospeso miliardi di persone, secondo una ricerca sviluppata da esperti dell’Università di Washington e dell’Università della California, il 30-50% di questo fenomeno sembra avvenire per cause naturali.
Gas serra principale colpevole
L'idea che lo scioglimento dei ghiacci artici sia dovuto a cause anche naturali non è nuova. I dati che emergono dimostrerebbero che una sostanziale parte dello scioglimento dei ghiacci sia causata dalla naturale variabilità atmosferica sull’Oceano Artico.
Variabilità che va sommata alle responsabilità dell’uomo negli ultimi decenni. In particolare, tra le cause naturali, viene rilevato un “punto caldo”, concentrato nell'area sovrastante la Groenlandia e l'area del Canada artico, in cui l'atmosfera di una vasta regione sta sperimentando una pressione particolarmente elevata. Il mare che si trova al di sotto di tale area, perciò, si riscalda di più, sciogliendo i ghiacci.
Non è tutta colpa dell’uomo
Le rilevazioni del team di scienziati hanno permesso di confrontare l'influenza del cambiamento climatico sullo scioglimento dei ghiacci con le condizioni meteorologiche, per determinare il “peso” di ciascuna componente sul fenomeno: “Abbiamo scoperto che una buona frazione della diminuzione dei ghiacci a settembre è più probabilmente dovuta a variabilità naturali – affermano gli esperti dell’Università -. L'aumento dei gas serra nell'atmosfera resterà il fattore determinate nel lungo termine, diciamo nei prossimi 50 o 100 anni, ma per predire cosa accadrà nei prossimi decenni, dobbiamo comprendere entrambe le componenti”.
di Salvatore Galeone
17 ottobre 2018
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