MILANO – L’offsetting, una delle tendenze per il 2023 in materia di sostenibilità, era già stato presentata come soluzione all’inquinamento causato dal traffico aereo già un decennio fa. Diversi tuttavia sono i punti di vista sulla questione, in quanto molti esperti hanno sollevato dubbi in merito alla reale utilità di questa iniziativa.
In cosa consiste il carbon offsetting
Il carbon offsetting consiste in una qualsiasi attività di compensazione della quantità di anidride carbonica (CO2) immessa nell’aria per mezzo di un’altra che riduca le emissioni di CO2 altrove. Il tema è particolarmente dibattuto nel settore dell’aviazione, dove questa misura può essere messa in atto sia dalle compagnie aeree sia dai singoli viaggiatori, compiendo azioni di vario genere, tra cui donare un contributo monetario in aggiunta al costo del biglietto, destinato a progetti di neutralizzazione del carbonio. Questi progetti hanno come obiettivo quello di catturare, eliminare o immagazinare l’anidride carbonica e comprendono varie iniziative come la coltivazione di nuovi alberi, il ripristino di torbiere o altre legate all’energia rinnovabile e al clean cooking.
La crescente pressione sulle compagnie aeree è alimentata dall’avvicinarsi del 2030, prima data stabilita dell’UE entro la quale le aziende devono impegnarsi a ridurre le proprie emissioni, con l’obiettivo di raggiungere il net zero. Inoltre, secondo le previsioni dell’International Civil Aviation Organization, il numero di voli triplicherà entro il 2050 e le compagnie aeree si troveranno ad affrontare la sfida di dover coniugare la riduzione delle emissioni con una crescente domanda da parte dei consumatori*.
Il carbon offsetting è davvero utile?
Secondo alcuni, il carbon offsetting ha il merito di aver incrementato la sensibilità dei passeggeri nei confronti delle tematiche ambientali anche nel contesto dei viaggi aerei. Tuttavia, solo l’1% dei consumatori compie azioni di offsetting.
I più scettici denunciano l’inaccuratezza dei calcolatori di carbon footprint reperibili online e ritengono che i risultati ottenuti siano nettamente inferiori rispetto all’obiettivo da raggiungere per il net zero.
Inoltre, non ci sono abbastanza serbatoi di carbonio disponibili sul pianeta. Un serbatoio di carbonio è un depositito di carbonio, naturale o artificiale, volto a ridurre la quantità di anidride carbonica presente nell’atmosfera, con lo scopo ultimo di diminuire il riscaldamento globale che ha origine dall’effetto serra. I principali sebatoi di carbonio naturali sono l’atmosfera, le foreste, il suolo e gli oceani.
La concentrazione dell’anidride carbonica nell’atmosfera, infatti, è di 412 parti per milione (ppm) e questa assorbe e irradia il calore, rendendo più alte le temperature e causando di conseguenza altri fenomeni, come l’aumento del livello del mare, lo scioglimento dei ghiacciai e l’acidificazione degli oceani.
La più grande minaccia per le foreste, che assorbono 2.6 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno, è la deforestazione, che ammonta a 10 milioni di ettari annualmente.
Il suolo assorbe il 25% delle emissioni di carbonio, immagazinate soprattutto nel permafrost, costituendo il più grande “contenitore” di anidride carbonica e superando anche l’atmosfera e tutti gli animali e piante. Un rischio che il suolo deve fronteggiare è quello dello scioglimento dei ghiacciai a causa del riscaldamento globale, fenomeno che sprigiona nell’aria il carbonio.
Infine, negli oceani il compito di assorbire il 25% delle emissioni di carbonio è dei fitoplancton, la cui abilità è minacciata dall’eccessiva quantità di CO2 assorbita, che ha provocato un’acidificazione degli oceani pari al 30% negli ultimi 200 anni.
Alternative all’offsetting nel settore dell’aviazione
Contribuire ad iniziative di offsetting non è inutile, ma non è nemmeno sufficiente. Questo tipo di attività deve essere affiancato a soluzioni più impattanti. Lo scorso anno, ad esempio, EasyJet ha lanciato un programma di sostenibilità con investimenti sulla clean technology, mentre Airbus ha già annunciato che realizzerà un aereo a zero emissioni entro il 2035.
Dal lato dei consumatori, invece, potrebbe essere un utile consiglio quello di evitare voli non necessari e utilizzare altri mezzi di trasporto, come i treni, quando possibile. Tuttavia, gli esperti indicano come soluzione l’imposizione di tasse e costi aggiuntivi sul carburante per aerei alle compagnie.
BIbliografia
*National Geographic: Hot topic: does carbon offsetting really make a difference?
Manuela Fichera