MILANO – Ha avuto luogo a Exmouth, nel Devon, l’inusuale incontro tra una piscina pubblica e un piccolo centro di elaborazione dati. L’accordo? Una collaborazione win-win, in cui cui la start-up Deep Green, attraverso le sue tecnologie, mette in atto un processo di raffreddamento dei computer che a sua volta contribuisce al riscaldamento della piscina soprastante. L’operazione sembra un successo, e la speranza è quella che il progetto possa essere esteso ad un numero maggiore di partner.
L’efficiente rapporto tra acqua e dati e la sua importanza
È la start-up britannica Deep Green ad essere al centro della scena in questi giorni, che con un’idea innovativa potrebbe aver cambiato le regole del gioco. Grazie a quest’ultima, infatti, la piscina di un centro ricreativo a Exmouth viene riscaldata tramite un piccolo data center Edge – delle dimensioni di una lavatrice -, e allo stesso tempo il trasferimento di calore nella piscina raffredda i computer.
Il problema del surriscaldamento dei computer nei data center è direttamente proporzionale all’aumentare della quantità di questi ultimi – e dell’utilizzo che ne viene fatto - richiesta nel mondo. Per far fronte a questa dinamica, e per evitare la costruzione di data center ancora più grandi, risulta sempre più necessario decentralizzarli e sfruttare il calore prodotto da questi ultimi per sostentare i luoghi dove più è richiesto.
L’importanza del progetto è molto chiara: se il benessere dei cittadini passa anche attraverso lo sport – e di questo ne risente anche la sanità pubblica globale -, allora lo stesso discorso vale anche per le piscine, che tuttavia rischiano di subire ingenti danni economici e sociali per via degli elevati costi di manutenzione, soprattutto energetica, che hanno registrato un aumento del 150% dal 2019.
Un successo, quello della tecnologia di Deep Green, che ha portato il progetto ad allargarsi dalle 7 piscine iniziali alle 20 ora previste per il 2023, così come l’ambizione di collocarsi anche in nuove città quali Bristol e Manchester.
Come funziona la tecnologia di Deep Green?
Una partnership di successo che si prefissa di ridurre il fabbisogno di gas della piscina del 62% - 139.384 kWh all’anno rispetto ai 222.000 richiesti dalla piscina per essere riscaldata -, contribuendo anche alla riduzione delle emissioni di carbonio di 25,8 tonnellate.
Il processo di riscaldamento della piscina da parte della tecnologia Deep Green può essere riassunto nelle seguenti fasi:
- I computer vengono immersi in olio minerale biodegradabile, che cattura il calore generato. Circa il 96% dell'energia necessaria al funzionamento dell'unità sarà trasformata in modo efficiente in calore costante, affidabile e a basse emissioni di carbonio, disponibile per la piscina.
- Il calore viene trasferito dall'olio Deep Green all'acqua fredda della piscina attraverso uno trasmettitore di calore.
- La caldaia a gas aumenta così la temperatura dell'acqua quando richiesto
Ha dichiarato Mark Bjornsgaard, fondatore di Deep Green, “I data center hanno un enorme problema di calore […] E così quello che abbiamo fatto è stato portare un piccolissimo data center dove il calore è utile e necessario”.
di Elena Parodi