MILANO – Sono stati annunciati, con una serata alla Triennale insieme al direttore di Sette Pier Luigi Vercesi e condotta dalla madrina Filippa Lagerbäch, i premiati della quinta edizione dei Sette Green Awards, gli Oscar dell’ambiente delle pagine verdi del magazine del Corriere della Sera. Dopo un lungo viaggio nel mondo dei laboratori di ricerca, delle istituzioni e delle aziende per raccontare le eccellenze tricolori e i loro progetti sul fronte della sostenibilità, una giuria, presieduta dal professore di Economia Ambientale all’Università Bocconi Francesco Bertolini, ha consegnato un riconoscimento che contribuirà con 9.000 euro complessivi ai tre progetti considerati più meritevoli.
I progetti premiati
Sono stati selezionati tre centri di ricerca, eccellenze all’interno dei nostri poli universitari ed emblema delle tante realtà italiane che si propongono di rinnovare il Paese e cambiare il futuro del pianeta:
- Università degli Studi di Roma Tor Vergata e la Regione Lazio con il progetto “Chose”, il Polo Solare Organico che sviluppa celle solari basate su tecnologie organiche e ibride destinate a produrre energia pulita con un impatto visivo inferiore ai tradizionali pannelli in silicio. Grazie al premio dei Sette Green Awards potrà dotarsi di un sistema di trattamento al plasma
- il “PackLAB”, centro nato all’interno del Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente della Facoltà di Scienze Agrarie e Alimentari dell’Università degli Studi di Milano con un progetto il cui obiettivo è accrescere la sicurezza dei cibi confezionati e nel contempo far fronte allo spreco e alle perdite alimentari. Grazie alla vittoria compreranno un permeabilimetro in grado di rendere maggiormente utili ed efficaci le ricerche sul confezionamento
- i processi e gli impianti sviluppati da LabIcab, il Laboratorio di Ingegneria Chimica dell’Ambiente e dei Bioprocessi dell’Università di Verona in cui si progettano e si sviluppano impianti biotecnologici innovativi per rendere efficienti i depuratori di acque reflue urbane e trasformarli in “fabbriche di risorse recuperate”.
di redazione