MILANO – È recente la notizia che riguarda il fondatore di Patagonia e la sua importante decisione a sostegno del Pianeta. L’83enne Yvon Chouinard ha trasferito tutte le sue quote dell’azienda, di un valore di circa 3 miliardi di dollari, a un’organizzazione no-profit, la Holdfast Collective. L’obiettivo è evidente: far sì che i 100 milioni di dollari annui di profitto siano completamente utilizzati per proteggere l’ambiente e le terre non sviluppate del mondo.
“La Terra è l’unico nostro azionista”
La frase di non poco impatto “La Terra è il nostro unico azionista” è ciò che Chouinard ha scritto in una lettera pubblicata sul sito web di Patagonia, che prosegue così: “non ho mai voluto essere un uomo d’affari. Ho iniziato come artigiano, realizzando attrezzature da arrampicata per me e i miei amici, poi sono passato all’abbigliamento. Quando abbiamo iniziato a renderci conto dell’entità del riscaldamento globale e della distruzione ecologica, Patagonia si è impegnata a utilizzare la nostra azienda per cambiare le cose”.
E, in effetti, Patagonia, dedica da tempo i suoi sforzi alla salvaguardia ambientale. “Abbiamo donato ogni anno l’1% dei proventi delle vendite. Siamo diventati una B Corp e una benefit corporation, scrivendo i nostri valori nel nostro statuto aziendale in modo che fossero preservati. Più recentemente, nel 2018, abbiamo cambiato lo scopo dell’azienda in: ‘Siamo in affari per salvare il nostro pianeta’ ” prosegue Chouinard. Ma non era abbastanza per il fondatore di Patagonia che continua nella lettera: “invece di estrarre valore dalla natura e trasformarlo in ricchezza per gli investitori, useremo la ricchezza creata da Patagonia per proteggere la fonte di tutto il benessere” cioè il Pianeta.
Il cambiamento di business di Patagonia
Per semplificare la questione, Patagonia continua ad operare come società privata a scopo di profitto, con base in California, a Ventura, ma i Chouinard, da settembre 2022, non sono più formalmente proprietari dell'azienda. La famiglia ha trasferito irrevocabilmente le azioni con diritto di voto, pari al 2% del totale, in una nuova entità denominata Patagonia Purpose Trust, fondo che mira a garantire che Patagonia tenga fede al suo impegno di gestire l'attività in modo socialmente responsabile cedendone i profitti. Il restante 98% delle azioni comuni è stato donato a una nuova no-profit chiamata Holdfast Collective, che beneficierà di tutti i profitti dell’azienda i quali saranno destinati alla lotta al climate change.
Un nuovo modello per le aziende
Oltre oceano, questo modello di business orientato sempre più verso la sostenibilità è già stato adottato da alcune imprese come, ad esempio, Carlsberg, Ikea e Novo Nordisk. Come riporta CNBC, il destinare il 100% dei profitti a una no-profit è un modo per ottenere una stabilità a lungo termine e una maggiore professionalità, senza dimenticare gli obiettivi di business. Patagonia come le altre aziende che hanno scelto questa via, non diventano esse stesse delle no-profit, ma rimangono a scopo di lucro e molto competitive. “Siamo in competizione con ogni altra azienda del nostro settore. Non credo che abbiamo perso quell’istinto – ha detto Ryan Gellert, amministratore delegato di Patagonia – tutta questa attività fallisce se non continuiamo a gestire un’attività competitiva. Fabbrichiamo i nostri prodotti, li vendiamo, e solo così raggiungeremo l’obiettivo di generare valore per l’ambiente”.
Evelyn Novello