MILANO – Un quarto degli animali che vivono in acqua dolce è ad alto rischio di estinzione e la perdita di questa biodiversità potrebbe avere conseguenze importanti sulla mitigazione dei cambiamenti climatici, sul controllo delle inondazioni e sul ciclo dei nutrienti all’interno degli ecosistemi.
Lo evidenzia lo studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature realizzato dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn) e al quale ha contribuito anche l’Italia con l’Università di Padova.
L’importanza degli ecosistemi d’acqua dolce
Gli ecosistemi d’acqua dolce – fiumi, laghi, stagni, paludi – coprono meno dell’1% della superficie del pianeta, ma sono autentici scrigni di biodiversità: le acque dolci ospitano oltre il 10% di tutte le specie conosciute, eppure valutazioni complete sul loro rischio di estinzione sono state finora carenti. Per colmare questa lacuna, i ricercatori guidati da Catherine Sayer della Iucn hanno condotto un vasto studio globale, passando in rassegna 23.496 specie tra pesci, crostacei come granchi e gamberetti e i cosiddetti odonati, cioè insetti d’acqua dolce come le libellule.
Tra il 1970 e il 2015, il 35% delle zone umide globali è andato perduto: un livello di distruzione tre volte più veloce della deforestazione. Le zone umide rimanenti non versano in ottime condizioni di salute: il 65% di esse è esposto a un livello di rischio moderato o alto, e il 37% dei fiumi più lunghi di 1000 km è almeno in parte irregimentato.
Le cause del rischio estinzione
L’inquinamento colpisce più della metà delle specie studiate (54%), seguito dalla costruzione di dighe e dall’estrazione di acqua, che danneggiano il 39% delle specie, mentre lo sfruttamento del suolo da parte dell’agricoltura e l’arrivo di specie invasive minacciano rispettivamente il 37% e il 28% delle specie.
Le specie che rischiano l’estinzione
La ricerca indica che il 24% degli animali che vivono in acque dolci è ad alto rischio di estinzione, percentuale che sale ulteriormente in particolare per i crostacei.
Le zone più esposte
Le aree nelle quali si concentra il maggior numero di specie minacciate sono il Lago Vittoria in Africa orientale, il Lago Titicaca che si trova tra Bolivia e Perù, le zone umide di Colombo, nello Sri Lanka, e la catena montuosa dei Ghati occidentali nel Sud-Ovest della penisola indiana.
Di Salvatore Galeone