World Vegan Day: alimenti vegetali e impatto ambientale

World Vegan Day: alimenti vegetali e impatto ambientale

Dati alla mano, l’alimentazione vegetale produce meno della metà delle emissioni prodotte dalla produzione di carne

MILANO – Martedì 1° novembre si celebra il World Vegan Day, istituito nel 1994 da Louise Wallis, l’allora presidente della The Vegan Society, per commemorare il 50° anniversario della fondazione dell'organizzazione e la coniazione dei termini "vegan" e "veganismo”. Ogni anno, il 1° novembre è l’occasione per ricordare i vantaggi di una dieta vegetariana sia per noi che per il Pianeta.

Sostenibilità alimentare: l’impatto degli allevamenti intensivi

Accanto al motivo etico, la ragione che spinge le persone a iniziare a seguire un regime alimentare vegetariano o vegano, è quello ambientale. L’impatto ambientale degli allevamenti intensivi non è indifferente perché, come riporta VegNews, sono 80 miliardi gli animali allevati per i prodotti alimentari in tutto il mondo ogni anno e, per renderci conto delle conseguenze per l’ambiente, si pensi a tutte le componenti della filiera della carne: il disboscamento delle foreste per la coltivazione dei mangimi, il trasporto degli stessi negli allevamenti, lo spostamento degli animali ai macelli e quello del prodotto finale ai supermercati.

Allevamenti ed emissioni

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature Food lo scorso anno, la produzione di carne è responsabile del 57% delle emissioni di gas serra dell'industria alimentare e la sola carne bovina rappresenta un quarto delle emissioni prodotte dagli allevamenti di animali. In sostanza, se la produzione globale di cibo è responsabile di un terzo di tutti i gas serra emessi dall'attività umana, teniamo presente che l'uso di animali per la carne causa il doppio delle emissioni rispetto alla produzione di alimenti animali. 

Per produrre un chilogrammo di grano, ad esempio, vengono emessi 2,5 chilogrammi di gas serra, mentre un chilogrammo di carne bovina crea 70 chilogrammi di emissioni. Per tirare le somme, da come è emerso nel rapporto 2006 delle Nazioni Unite, l'allevamento di animali per il cibo genera più gas serra di tutte le auto e i camion del mondo messi insieme.

Veganesimo e alimenti vegetali alternativi

Lo scorso febbraio, come riporta DowntoEarth.org, l'Agenzia francese per la gestione dell'ambiente e dell'energia (ADEME) ha pubblicato uno studio che ha valutato gli impatti ambientali legati alla dieta e i risultati sono chiari: le alternative plant-based hanno un'impronta di carbonio drasticamente inferiore. Citando i dati riportati, la produzione di alimenti vegetali ha prodotto il 49,6% in meno di emissioni di gas serra rispetto a quella di carne, ha bisogno del 26,9% di energia in meno e ha un'impronta ambientale inferiore del 41,5%.

Prediligere un’alimentazione vegetariana o vegana sarà quindi essenziale per seguire un stile di vita il più sostenibile possibile. Il seitan (un'alternativa alla carne vegana a base di grano), ad esempio, secondo un'analisi pubblicata da Thrust Carbon, ha un'impronta di carbonio 130 volte inferiore a quella della carne bovina. Dalle ricerche effettuate, 100 chilogrammi di seitan producono 46,6 chilogrammi di emissioni di anidride carbonica equivalente (CO2e), la stessa quantità di carne bovina produce 6.000 chilogrammi di CO2e.

Alimentazione vegana: cosa ne pensano i consumatori?

I dati Eurispes 2022 riportano il numero di vegetariani e vegani in Italia: sono il 6,7% della popolazione. Di questi, il 5,4% del campione intervistato è vegetariano mentre l’1,3% vegano. Il trend, però, è in crescita: analizzando i dati relativi agli ultimi anni, è evidente che la scelta di un’alimentazione vegetale in Italia risulta ormai consolidata. Come riporta Veganok, il numero dei vegani rispetto al 2014 è più che raddoppiato (all’epoca erano lo 0,6%) ma i dati Eurispes coinvolgono un campione ridotto della popolazione, quindi potrebbero anche sottostimare il fenomeno.

A guidare il fenomeno sono Millennial e GenZ, che dimostrano una sensibilità sempre più acuta per l’ambiente (la scelta vegana coinvolge principalmente chi ha tra 18 e 24 anni, quella vegetariana si riscontra invece prevalente nella fascia di età che racchiude i 25-34enni). Le nuove generazioni possono davvero essere alla base di un cambiamento sano dal punto di visdta etico ed ecologico, basta solo lasciarsi ispirare.

Evelyn Novello

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