MILANO – Come riporta Euronews.green, le ricerche dei "cibi che aumentano le difese immunitarie" sono aumentate del 350% dall'inizio della pandemia e si è scoperto che alcuni degli alimenti più consigliati per la salute possono fare bene anche per il Pianeta. I ricercatori australiani hanno studiato report estrapolati da diverse parti del mondo e ne è risultato che l'83% dei 2.556 cibi consigliati era a base vegetale.
Il consumo di alimenti vegetali e l’impatto sulla nostra salute
"Abbiamo riscontrato una certa variabilità: da un massimo dell'82,5% di raccomandazioni alimentari a base vegetale in Australia a un minimo del 77,7% nel Regno Unito", afferma la dietista Danielle Gallegos, uno dei coautori dello studio della Queensland University of Technology (QUT). "Sebbene non vi siano prove che un singolo alimento garantisca l'immunità dalle malattie infettive, la dieta di una persona può influenzare la sua salute e la sua suscettibilità alle malattie. Studi clinici hanno dimostrato che una dieta povera di alcuni alimenti di origine vegetale, come la vitamina D, lo zinco e i fitonutrienti aumenti il rischio di infezione. Infatti, i sei gruppi di alimenti più frequentemente raccomandati sono a base vegetale, tra cui verdure a foglia verde, noci e frutta e verdura ricca di licopene come i pomodori”.
Cibi di origine vegetale e impatto ambientale
Per effettuare le analisi è stato determinato l'impatto della produzione agricola di una porzione di un alimento su cinque problematiche ambientali: emissioni di gas serra, uso del suolo, uso di acqua dolce ponderato per la scarsità, acidificazione del suolo ed eutrofizzazione (due forme di inquinamento da nutrienti). I ricercatori hanno scoperto che il consumo di una porzione degli alimenti più comunemente raccomandati per il rinforzo delle difese immunitarie avrebbe un impatto minore sulle emissioni di gas serra e sull'uso del suolo e comporterebbe minori rischi per la salute rispetto agli alimenti meno raccomandati. Ci sono però delle eccezioni perché non tutti gli alimenti più consigliati seguono questo schema: uova, yogurt e pollame sono tra i primi 20 consigliati nonostante i ricercatori abbiano riscontrato il loro pessimo punteggio in termini di impatto ambientale.
Educazione alimentare e consumo sostenibile: l’importanza di sensibilizzare le persone
I ricercatori affermano comunque che momenti come questo, in cui il pubblico è particolarmente interessato alla salute alimentare e all'impatto ambientale, possono essere importanti per approfondire certe tematiche ed educare ad una corretta alimentazione. In tempi di crisi, quando le persone sono più propense a cercare informazioni, si può coinvolgere il pubblico online e sensibilizzarlo a un cambiamento di abitudini. “Responsabilizzare il pubblico a un consumo più sostenibile di cibo è complesso e richiede una combinazione di approcci ma l'informazione online non dovrebbe essere trascurata in questo mix", conclude la professoressa Gallegos.
Evelyn Morello