MILANO – Secondo uno studio dell’University of Arkansas pubblicato sul Journal of Nutrition, la disidratazione potrebbe aumentare nelle persone il rischio di sviluppare malattie cardiache e arteriose. La ricerca indica come una disidratazione del 2% possa giocare brutti scherzi anche tra i giovani, che spesso non tengono sotto controllo con regolarità la propria salute.
Funzione vascolare compromessa
Secondo lo studio americano un corpo disidratato può essere paragonato a quello di un fumatore. Stavros Kavouras, professore associato e coordinatore del programma di Scienze Motorie presso l’University of Arkansas, ha guidato il team internazionale che ha condotto lo studio: “Molte volte il nostro corpo è disidratato anche se non ce ne accorgiamo – afferma Stavros Kavouras -. Quando si verificano questi cambiamenti, il grado di disidratazione è inferiore al 2%. Questo dato rappresenta la percentuale esatta di quando la gente inizia a sentire sete. Questo può causare la perdita di flessibilità nei vasi sanguigni che porta all’indurimento delle arterie, un passaggio che solitamente porta a sviluppare le malattie cardivascolari”.
Uno studio innovativo
Questo studio è stato il primo a trovare una connessione tra la bassa disidratazione e la funzione endoteliale negativa che alterata la salute cardiovascolare negli esseri umani. La funzione endoteliale è la dilatazione e costrizione dell'endotelio, il rivestimento interno dei vasi sanguigni. Essa svolge un ruolo critico nella salute cardiovascolare. Il prossimo passo del team guidato da Kavouras è quello di studiare questo effetto sui pazienti di entrambi i sessi con sistemi cardiovascolari già compromessi, come i diabetici.
di Alessandro Michielli
5 settembre 2016