MILANO - La disidratazione può rappresentare la causa comune di molti disturbi comuni come mal di testa e vertigini, affaticamento, nausea, crampi addominali e costipazione, dolori muscolari e calcoli renali. I benefici di un'adeguata idratazione sono quindi indiscussi, e non sorprende che su TikTok, Instagram e in generale sui social media circolino post virali e brevi video che promuovono una corretta idratazione e spiegano come ottenerla. Mentre Khloe Kardashian ogni fine settimana pubblica delle Instagram Stories con la sua bottiglia d’acqua “motivazionale”, con citazioni sui benefici dell’acqua riportate su delle tacche per verificarne l'assunzione giornaliera, negli ultimi giorni è entrato in tendenza l’hashtag #gallonofwateraday che incoraggia a bere un gallone, pari a 4,5 litri, di acqua al giorno. Ma è giusto bere così tanta acqua nel giro di 24 ore? Per fare chiarezza è intervenuto su USA Today il dottor Michael Daignault, medico presso il Providence Saint Joseph Medical Center di Burbank, in California, nonché conoscitore ed esperto di social media.
Quanta acqua necessita l’organismo umano
Il dottor Daignault riporta quanto stabilito dalla National Academies of Sciences, Engineering and Medicine degli Stati Uniti, secondo cui un'adeguata assunzione giornaliera di liquidi è di circa 3,7 litri di liquidi al giorno per gli uomini e 2,7 litri per le donne. “Sembra molto, ma occorre ricordare che circa il 20% della nostra assunzione giornaliera di liquidi proviene dal cibo: ci sono molti alimenti che contengono l'85% di acqua e rappresentano un'ottima fonte di idratazione e di altre importanti vitamine di cui abbiamo bisogno, tra cui cetrioli, pomodori, angurie, mele e cavoli”.
Quindi, chiarita la percentuale di liquidi che si ottengono attraverso il cibo, il dottor Daignault ritiene che puntare a bere circa 6-8 bicchieri d'acqua al giorno (1,2-1,5 litri) è generalmente una quantità media adeguata x una corretta idratazione. “Dosi giornaliere maggiori sono necessarie per gli sportivi, per chi vive in climi caldi o umidi o ad alta quota, e per chi soffre di febbre, vomito o diarrea”.
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I segnali da interpretare
Secondo l’esperto, la verità è che non esiste una formula magica per quantificare la giusta idratazione, ma un metodo utile può essere quello di osservare e interpretare correttamente i segnali del nostro corpo. “In ospedale, determiniamo un'adeguata idratazione misurando la produzione oraria di urina e la concentrazione di elettroliti grazie a complicati test di analisi delle urine. Un pratico trucco a casa e in viaggio può essere prestare attenzione alla propria urina: quella di colore giallo scuro e con un forte odore indica un'idratazione inadeguata, mentre se l'urina è limpida come l'acqua e ci si ritrova ad andare in bagno più volte in un'ora, significa che si è eccessivamente idratati. L'obiettivo è un'urina di colore giallo pallido. Un altro modo semplice per verificare se si è idratati è pizzicare la pelle nella parte inferiore del braccio: se la pelle si ricresce subito, si è idratati, mentre se la pelle è lenta a tornare al suo stato di riposo, occorre iniziare a bere.”
Altri consigli per una corretta idratazione
Secondo il dottor Daignault, è inoltre importante ricordare di scaglionare l'assunzione di acqua durante il giorno. “Bere troppo per un breve periodo di tempo può farci sentire gonfi e pieni. Occorre evitare di recuperare il tempo perduto bevendo più acqua la sera, a meno che non ci si voglia svegliare più volte durante la notte...” Un altro consiglio da professionista è quello di bere acqua durante i pasti, tema spesso molto dibattuto e capace di generare falsi miti legati all’idratazione. “L'acqua aiuta la digestione soprattutto nelle fasi di masticazione e deglutizione e permette al cibo di scorrere meglio attraverso l'intestino. Un malinteso comune è ritenere che l'acqua diluisca i succhi digestivi e impedisca l'assorbimento dei nutrienti. Ma questo è un mito da sfatare un altro giorno!” In sintesi: l’unica tendenza da seguire in tema idratazione è quella “lanciata” da esperti, nutrizionisti e medici e non quella degli influencer della rete.
Di Rossella Digiacomo
