MILANO – Esiste un’app per tutto e oggi anche per tenere monitorato il proprio mal di testa. Gratuita e disponibile sia per iOS che per Android, iMalditesta funziona come sorta di diario interattivo che permette di capire quali sono le cause per porvi rimedio. Tra queste, pochi lo sanno, c’è anche la disidratazione.
Le differenze tra mal di testa
I mal di testa non sono tutti uguali. C’è quello definito “normale”, caratterizzato da attacchi sporadici o frequenti, di intensità lieve o moderata. Quello “forte”, che nasce da un’infiammazione o un trauma delle strutture muscolari del collo ed è contraddistinto da attacchi ricorrenti con dolore forte e pulsante, nausea e debolezza, brividi, intolleranza alla luce, ai suoni e agli odori. Quello da cervicale, in cui il dolore si propaga dalla base del collo alla fronte, agli occhi e alle tempie. Quello da ciclo, dovuto alla diminuzione di estrogeni e progesterone durante la fase mestruale.
Il rapporto tra mal di testa e disidratazione
Per chi soffre di emicrania, l'estate può essere il momento più difficile dell'anno. Il caldo opprimente e i picchi di temperatura sono considerati tra le cause del mal di testa cronico. A confermarlo scientificamente, un recente studio pubblicato sulla rivista Neurology e riportato dal New York Times, secondo il quale il rischio emicrania cresce dell’8% rispetto ad ogni innalzamento di 9 gradi della temperatura. Come documenta il NY Times, un semplice rimedio per ridurre questo rischio, soprattutto nella stagione calda, è quello di rimanere adeguatamente idratati. Questo perché la disidratazione provoca un calo del volume del sangue che si traduce in un minore flusso di sangue e ossigeno al cervello. La perdita di elettroliti, di conseguenza, impatta sul sistema nervoso del cervello che lancia in questo modo segnali di dolore.
L’app per il mal di testa
iMalditesta monitora l’insorgenza e l’andamento degli attacchi grazie alla compilazione di un diario. Registra informazioni utili come l’ora di inizio e fine dell’episodio, il ruolo di specifici fattori ma anche l’intensità dei sintomi. Attraverso l’App si può creare un profilo personalizzato del disturbo, attraverso passaggi guidati che tengono sotto controllo informazioni come qualità e ore di sonno, abitudini alimentari, attività fisica, episodi di stress e altro.
di Salvatore Galeone
7 settembre 2016