MILANO - Quel senso di relax, appagamento e maggiore lucidità che si prova quando si guarda il mare o un fiume che scorre non è una semplice sensazione, ma una risposta dell’organismo alla presenza dell’acqua. Un’esperienza che si può notare soprattutto quando, dopo diversi mesi di lavoro in città, durante le vacanze estive ci si reca in località che permettono di godere della vista del mare. Alcuni ricercatori hanno dimostrato* che guardare immagini naturali fa attivare le parti del nostro cervello associate a un atteggiamento positivo, alla stabilità emotiva e al recupero di ricordi felici mentre la vista di paesaggi cittadini stimola principalmente le aree collegate allo stress. Tra tutti i paesaggi naturali, inoltre, quelli marittimi o lacustri o, in generale, in cui c’è la presenza dell’acqua, sono i migliori per il nostro cervello.
La connessione tra acqua e benessere
Lo studio è stato ripreso all’interno del libro “Blue Mind, Mente e Acqua”, opera che, dalla sua prima pubblicazione nel 2014, continua ad essere una delle pietre miliari nell’analisi dei rapporti tra la funzionalità del cervello e la vicinanza dell’acqua. Scritto da Wallace J. Nichols, un biologo marino e ricercatore associato presso l'Accademia delle Scienze della California, il testo raccoglie numerosi studi, ricerche, evidenze neuroscientifiche che raccontano come e quali processi fisiologici e cerebrali si innescano quando si entra in connessione con l'acqua.
Oltre a neuroscienziati e accademici, Nichols ha raccolto anche le esperienze di molte persone che, a vario titolo, sono legate al mondo dell’acqua tra cui nuotatori, artisti e creativi, subacquei e surfisti. E così, attingendo sia dalle neuroscienze che dalle esperienze dirette, Nichols ha potuto testimoniare come la vicinanza con l'acqua riesca a migliorare le prestazioni in molti ambiti, ad aumentare la calma e diminuire l'ansia, ad aumentare la generosità e la compassione, a migliorare la salute e a rafforzare la connessione con il mondo della natura.
L’importanza dell’acqua
In una recente intervista, l’autore ha affermato che “ogni animale per sopravvivere ha bisogno di trovare dell’acqua da qualche parte. Per alcuni essa è nel cibo, per altri è acqua allo stato naturale. Senz’acqua, la maggior parte di noi non vivrebbe a lungo, non più di alcuni giorni. Dunque appare logico che i nostri sensi e le nostre emozioni siano finemente regolati in modo che possiamo percepirci e posizionarci così da essere sempre in sicurezza rispetto all’acqua. L’acqua inoltre ci aiuta a rilassarci e a rigenerarci, ci concede momenti romantici e di pace ed è il contesto ideale per la creatività, la solitudine e molto altro ancora.”
Il bisogno di paesaggi naturali
Un’altra teoria contenuta nel testo è che l’acqua ha anche una funzione rigeneratrice a causa della full immersion tecnologica a cui, soprattutto oggi, le nostre menti e le nostre esistenze sono sottoposte. Il nostro cervello, infatti, ha ancora più bisogno di ricaricarsi e, in questo, nulla può superare il potere dell'acqua. A supporto della sua tesi il biologo cita uno studio del 1995 pubblicato su Environmental Psychology**, in cui si è analizzato il rendimento e la concentrazione di due gruppi di studenti: uno a cui erano state assegnate stanze con viste più paesaggistiche (alberi, laghi, prati) e un altro a cui erano state date stanze su panorami più urbani. Il primo gruppo non solo aveva risultati più brillanti, ma dimostrava anche una maggiore capacità di attenzione funzionale.
Il legame tra acqua e uomo
Un altro tema presente in Blue Mind è che gli esseri umani hanno un legame con l’acqua che inizia fin dal concepimento e dura per i nove mesi della gestazione e i feti umani, nelle prime fasi di sviluppo, hanno ancora strutture simili a fessure branchiali: una connessione biologica con l'acqua che è in grado di sollecitare una risposta immediata nei nostri cervelli. Senza dimenticare, infine, che il corpo umano, le sue cellule e il cervello stesso, sono composti principalmente da acqua, per cui, in presenza di acqua - afferma Nichols, - “si innesca un meccanismo che fa sentire al corpo di essere nel posto giusto”.
Di Rossella Digiacomo
Bibliografia:
* Functional Neuroanatomy Associated with Natural and Urban Scenic Views in the Human Brain: 3.0T Functional MR Imaging; Korean J Radiol. 2010 Sep-Oct
** The restorative benefits of nature: Toward an integrative framework; Journal of Environmental Psychology. 1995