Quale acqua bere per depurare i reni e prevenire i calcoli?

Quale acqua bere per depurare i reni e prevenire i calcoli?

Bere troppa acqua fa male ai reni? Qual è l’acqua migliore per i reni? Ecco ciò che occorre conoscere per mantenerli sani grazie al corretto consumo di acqua

MILANO – Negli ultimi decenni le persone che soffrono di calcoli renali sono in costante aumento, si pensa che la causa sia da identificarsi nel maggior consumo di proteine di origine animale. Ci sono degli accorgimenti per evitare che si formino i calcoli, scopri di più.

Calcoli renali: come si formano e cause principali

I calcoli renali sono dei piccoli “sassolini” composti da elementi presenti nelle urine. Si formano quando la concentrazione dei sali litogeni aumenta, formando i primi cristalli, che poi, aggregandosi tra loro, formano il calcolo. È una condizione abbastanza diffusa; si stima, infatti, che ne soffra tra il 5% e il 10% della popolazione mondiale. Ci sono diverse tipologie di calcoli: quelli formati dai Sali di calcio, quelli formati da acido urico e quelli di struvite, derivanti da una infezione urinaria e poi quelli di cristina, derivanti da una patologia ereditaria. Per definire la tipologia di calcolo è necessaria un’analisi di tipo chimico una volta espulso. Le cause principali riguardano le diete squilibrate o l’assunzione insufficiente di acqua.   

L’acqua minerale nella prevenzione dei calcoli renali: quale scegliere

Non basta bere tanto, bisogna bere anche bene. La tipologia di acqua più indicata è quella con un residuo fisso basso, al di sotto dei 150mg/l, come per esempio l’acqua Levissima. Tuttavia, in alcuni casi specifici, come la predisposizione ai calcoli di acido urico, può essere utile un’acqua bicarbonata che contribuisce ad alcalinizzare l’urina, rendendo meno probabile la formazione dei cristalli.

Le migliori tipologie di acqua per sciogliere i calcoli renali

Le acquee con un residuo fisso compreso tra 50 e 500 mg/l, come l’acqua Levissima, rientrano nella categoria delle acquee oligominerali, povere di sodio, favoriscono anche un’azione diuretica. In Italia sono anche quelle maggiormente diffuse, il 61%. È sempre importante scegliere l’acqua in base alla composizione dei calcoli e alle indicazioni mediche.

Quanta acqua bere al giorno per ridurre il rischio di calcoli renali

Il consiglio diffuso è quello di bere tanta acqua, per i soggetti con predisposizione si consiglia l’assunzione di 3 litri al giorno, in maniera frazionata, in modo da espellere almeno due litri di urina. È importante distribuire l’assunzione durante tutta la giornata, bevendo anche prima di andare a dormire per evitare la concentrazione dell’urina nelle ore notturne.

Attenzione a bere troppa acqua

È importante mantenersi sempre idratati, bevendo spesso e regolarmente, ma attenzione, anche l’iperidratazione può essere pericolosa. L’iperidratazione si verifica quando l’organismo assorbe più acqua di quanta ne perda. I reni sono in grado di filtrare circa 1l di acqua ogni ora. Se si beve tanta acqua velocemente, i reni vanno in difficoltà e le sostante in eccesso non vengono più filtrate ma finiscono all’interno delle cellule del nostro corpo. Le cellule cerebrali sono particolarmente sensibili all’iperidratazione e alla riduzione dei livelli di sodio nel sangue. Quando l’iperidratazione si sviluppa rapidamente, possono insorgere vomito e difficoltà di equilibrio.

L'importanza del colore delle urine

Le urine possono avere diverse tonalità di colore, dal trasparente fino a una tonalità ambrata. Più sono chiare e più il nostro corpo risulta idratato. Il colore giallo dell’urine deve essere un campanello di allarme, significa che le sostanze di scarto sono più concentrate. 

Consigli e abitudini per prevenire i calcoli renali con la corretta idratazione

La prevenzione dei calcoli renali parte dalla tavola: chi pratica la dieta mediterranea riduce del 28% il rischio di sviluppare nuovi calcoli. Aumentare il consumo di frutta e di verdura. Anche l’attività fisica previene la calcolosi. Da evitare una dieta troppo ricca di proteine animali, zuccheri e sale.

 

Di Stefano Morretta

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