MILANO - Per limitare il rischio futuro di una insufficienza cardiaca, o almeno rallentare il percorso che conduce alla debolezza della forza di contrazione del cuore, bisogna bere un'adeguata quantità di acqua ogni giorno e a qualsiasi età. È quanto emerso da una ricerca condotta dall’ente americano National Heart, Lung, and Blood Institute e presentato al congresso dell’European Society of Cardiology.
Lo studio
La ricerca, coordinata da Natalia Dmitrieva dell'NIH (National Institutes of Health) di Bethesda e condotta su un campione di 15.792 persone adulte, ha riguardato la misurazione della concentrazione di sodio nel sangue, un indicatore affidabile dell’idratazione del corpo: meno fluidi vengono assunti, più il valore aumenta. Gli scienziati hanno cercato di individuare una eventuale correlazione fra la concentrazione di sodio nel plasma e la comparsa di problemi cardiaci. I soggetti considerati avevano dai 44 ai 66 anni al momento del reclutamento e sono stati valutati in cinque visite fino all'età di 70-90 anni.
Nelle fasi iniziali dello studio i soggetti avevano tutti valori classificati come normali, ossia all’interno del range 135-146 mmol/L; non presentavano insomma disturbi riconducibili a un eccesso o una carenza di sodio.
Anche tenendo in considerazione altri fattori di rischio per la salute del cuore, una concentrazione di sodio più alta nella mezza età (44-66 anni di partenza) è risultata associata tanto all’insufficienza cardiaca quanto all’ipertrofia ventricolare sinistra. Le probabilità di svilupparle, venticinque anni dopo, erano rispettivamente 1,11 e 1,2 volte maggiori per ogni mmol/L in più oltre la soglia dei 142 mmol/l.
I risultati: la correlazione tra acqua e cuore
Dallo studio è emerso che tassi di sodio più elevati nel sangue sono risultati associati sia a scompenso cardiaco che all'anticamera di questa condizione, ovvero l'ipertrofia del ventricolo sinistro, che in pratica porta ad ispessimento della parete del ventricolo stesso, a distanza di 25 anni. I valori di sodio sono rimasti associati a quelli delle condizioni sopracitate anche considerando la presenza di classici fattori di rischio per lo scompenso stesso, come l'età, l'eventuale ipertensione, il buon funzionamento dei reni, i livelli di colesterolo e della glicemia, l'eventuale vizio del fumo e il sovrappeso.
Secondo la dott.ssa Dmitrieva "i risultati suggeriscono che una buona idratazione per tutta la vita può ridurre il rischio di sviluppare ipertrofia ventricolare sinistra e insufficienza cardiaca". Inoltre, la ricerca suggerisce di fare attenzione ai valori normali di sodio nelle persone adulte in salute, come appunto 142 millimoli per litro, in quanto potrebbero diventare una sorta di campanello d'allarme.
Quantità di acqua e salute: facciamo chiarezza
Lo studio sopra citato ha permesso di dimostrare che vi è una stretta correlazione tra idratazione e funzionamento del cuore. Ciò che risulta importante, quindi, approfondire, è come la prima influenza il secondo. Secondo l’University of Pittsburg Medical Center, non assumere la giusta quantità di acqua giornaliera può influire sulla pressione arteriosa causando fenomeni come la tachicardia, l’abbassamento della pressione sanguigna e l’ipotensione ortostatica. L’acqua è quindi fondamentale per il cuore perché permette a quest’ultimo di pompare il sangue correttamente, senza che i muscoli cardiaci si affatichino.
Come possiamo, quindi, prevenire questi problemi, così come molti altri? Semplice: bevendo acqua. Anche se la quantità da assumere non può essere definita a priori perché dipende dalle caratteristiche del singolo individuo e dalle sue abitudini, secondo l’Institute of Medicine of the National Academies, le donne adulte dovrebbero bere all’incirca 2,7 litri al giorno e gli uomini 3,7. E questo perché bere acqua aiuta il cuore, ma non solo:
- fornisce un supporto all’attività cerebrale e alla capacità di concentrazione;
- aiuta i reni a eliminare i rifiuti dal sangue prevenendo la formazione di calcoli;
- aumenta il metabolismo, contribuendo così a mantenere un peso sano;
- incrementa i livelli di energia e permette di controllare i livelli della temperatura corporea;
- rafforza il sistema immunitario, così come protegge il nostro umore.
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Di Salvatore Galeone
Bibliografia:
* Increased risk of heart failure is associated with chronic habitual hypohydration that elevates serum sodium above 142 mmol/l suggesting lifelong optimal hydration as preventive measure; Henry Han, MBBS, MD; Ago. 2021