MILANO – La mancanza di cibo è uno dei problemi che affliggono il nostro pianeta da sempre. Purtroppo, se esistono Paesi per cui la fame è un problema a cui far quotidianamente fronte, in altri luoghi accade l’esatto opposto: ci sono grandi quantità di cibi sprecati e gettati per svariate cause. Perciò, è fondamentale insegnare alcune regole per evitare questo spreco.
Cosa si intende con spreco alimentare
Il termine “spreco alimentare” indica l’insieme dei prodotti scartati dalla catena agroalimentare, che per ragioni economiche, estetiche o per la prossimità della scadenza, nonostante siano ancora commestibili e quindi potenzialmente destinati al consumo umano, sono destinati ad essere eliminati o smaltiti.
I dati globali sullo spreco di cibo
I numeri di questo fenomeno sono molto preoccupanti: secondo il Food Waste Index Report dell’UNEP, uno studio che si concentra sugli scarti attuati a livello domestico, di ristorazione e di vendita al dettaglio, lo spreco di cibo viene stimato attorno al 17% della produzione alimentare globale. Questa percentuale corrisponde circa a 931 milioni di tonnellate ogni anno: il 61% proviene dalle famiglie (74kg pro capite all’anno), il 26% dalla ristorazione (con 32 kg pro capite all’anno) e il 13% dalla vendita al dettaglio (circa 15 kg). Con un rapido calcolo, si stabilisce che quasi 570 milioni di tonnellate di questi rifiuti hanno origine a livello domestico.
I dati in Italia sullo spreco
Nonostante questo panorama, l’Italia comunque dimostra un grande impegno nella lotta allo spreco alimentare. Sempre in base agli studi attuati dall’UNEP, nel 2019 lo spreco alimentare in Italia raggiunge i 4 milioni di tonnellate (ogni anno sono circa 67 chilogrammi a testa). Questo risultato è migliore rispetto a quello di Paesi come Gran Bretagna (5,2 milioni di tonnellate, 77 kg pro capite), Spagna (3,6 milioni di tonnellate, 77 kg pro capite), Francia (5,5 milioni e 85 kg pro capite) e Germania (6,2 milioni di tonnellate totali, 74 chilogrammi pro capite/anno).
In generale, secondo un’indagine del 2022 di Waste Wacher, gli alimenti maggiormente gettati via nel nostro Paese sono: frutta fresca (27%), cipolle, aglio e tuberi (17%), pane fresco (16%), verdure (16%) e insalata (15%).
Alcuni consigli per sprecare meno
Per cercare di limitare al minimo lo spreco alimentare, è bene tener presente alcune semplici regole da mettere in pratica: la prima è, senza dubbio, l’acquisto di quantità corrette e non esagerate; è, inoltre, utile avere un elenco preciso di ciò che è necessario, per evitare di compare il superfluo; importantissima è anche la data di scadenza, che bisogna sempre controllare; infine, seguire sempre le indicazioni per la conservazione, con particolare riferimento alla catena del freddo.
Un’app contro lo spreco alimentare a portata di tutti
Data l’importanza dell’argomento, anche la tecnologia non ha ritardato a darci una mano: sono presenti, infatti, molte app che possono aiutarci a tener traccia del cibo che è destinato ad essere gettato via. Una di queste è Too Good To Go, un’applicazione che permette di mettere in comunicazione i migliori negozi, ristoranti, supermercati e produttori con eccedenze alimentari invendute con l’utente, che può acquistarle. È quindi la perfetta app anti-spreco, grazie a cui è possibile comprare del cibo di qualità ad un prezzo conveniente, facendo del bene al nostro pianeta.
Why waste?
Per contrastare lo spreco alimentare, S.Pellegrino insieme a Food for Soul ha lanciato la terza edizione di “Why Waste?”, un progetto di comunicazione e sensibilizzazione sul tema della lotta allo spreco alimentare. Questa terza edizione coinvolge direttamente gli utenti nella condivisione su Instagram con l’hashtag #WhyWasteRecipes delle loro personali ricette anti spreco. Le migliori creazioni saranno selezionate per apparire nel ricettario di “Why Waste?”, pubblicato dalla piattaforma Fine Dining Lovers il 29 Settembre, giornata simbolo della consapevolezza sullo spreco alimentare.
Di Sara Aimone