MILANO – Sensibilizzare i più piccoli sull’importanza dell'acqua per la salute e per il pianeta, ponendo altrettanta attenzione al riciclo e alla tutela dell’ambiente, li aiuta a intraprendere comportamenti più sani e sostenibili.
Lo dimostrano i dati delle due indagini condotte da “A Scuola di Acqua”, il progetto giunto quest’anno alla sua 7ma edizione realizzato da Levissima e il Gruppo Sanpellegrino in collaborazione con ScuolAttiva Onlus.
Le abitudini degli alunni a scuola
Le indagini, realizzate durante l’a.s. 2019-2020 su oltre 1.000 docenti e alunni in 18 regioni italiane, hanno permesso di monitorare le abitudini dei più piccoli relative all’idratazione e ai comportamenti relativi alla raccolta differenziata durante l’orario scolastico, analizzando anche la diffusione della cultura dell’idratazione e del riciclo della plastica in ambito educativo.
Secondo i docenti, il 69% dei bambini beve tre o più volte al giorno e gli alunni entrati a contatto con il programma A Scuola di Acqua bevono più frequentemente rispetto agli alunni dei docenti nuovi al programma: il 76% contro il 66%. Il 92% degli intervistati dichiara poi che i bambini bevono maggiormente durante le lezioni. Circa metà del corpo docente intervistato, cioè il 44%, crede che sia necessaria una sensibilizzazione dei genitori per far bere maggiormente i bambini, mentre il 33% ritiene più importante una campagna informativa per promuovere una "cultura alla corretta idratazione" a scuola.
Idratazione e riciclo
I bambini, dal canto loro, dichiarano di bere spesso a scuola, prevalentemente con l’acqua che si portano da casa (73%), e fuori dalla scuola principalmente a tavola con la famiglia (80%), quando fanno sport (79%) e durante la merenda (61%).
Significativi sono anche i dati sul riciclo: il 96% dei bambini afferma che la propria scuola effettua la raccolta differenziata con gli appositi bidoni per la platica, la carta e l’umido. E il 97% degli alunni sa che se beve da bottigliette di plastica deve poi buttare i contenitori vuoti nell’apposito bidone.
Il progetto A scuola di Acqua
Da entrambe le indagini sono quindi emersi i benefici che i percorsi di sensibilizzazione sull’idratazione e sul riciclo della plastica portano ai ragazzi, evidenziando il ruolo chiave che il progetto A Scuola di Acqua ha svolto nello stimolare i bambini a bere di più e più spesso. Il progetto educativo di Levissima e del Gruppo Sanpellegrino, rivolto alle scuole primarie di tutto il territorio nazionale, si svolge principalmente in classe con un ricco e coinvolgente programma composto da schede didattiche interattive, da una survey sull’idratazione e sul riciclo e una challenge multimediale.
Le classi partecipanti saranno protagoniste di una sfida che le coinvolgerà su temi cari a Levissima come la corretta idratazione e la raccolta differenziata dei rifiuti, da immettere nuovamente nel ciclo produttivo. Dopo ogni lezione gli studenti verranno divisi in squadre e parteciperanno ad un quiz sui temi trattati, che li coinvolgerà anche fisicamente dal proprio banco.
Grazie all’app Wibo tutte le scuole partecipanti alla challenge confluiranno in una graduatoria nazionale in cui solo le prime 5 classificate potranno presentare la loro idea di Scuol-issima e partecipare al premio finale che sarà la realizzazione di Scuol-issima. Levissima offrirà quindi alla scuola vincitrice, la riqualificazione di un’area green all’interno della scuola, pensata e progettata dai bambini, che verrà realizzata in modo sostenibile e con materiale riciclato.
Le precedenti edizioni
Con il progetto “A scuola di Acqua”, Levissima e il Gruppo Sanpellegrino intendono sensibilizzare i più piccoli sull’importanza dell'acqua per la salute e per il pianeta, ponendo altrettanta attenzione al riciclo e alla tutela dell’ambiente. A Scuola di Acqua ha coinvolto nelle precedenti 6 edizioni oltre 2.740 scuole, 13.380 classi e 299.000 alunni. Il progetto rientra all’interno della mission Regeneration di Levissima, il cui obiettivo è quello di contribuire attivamente ad un mondo in cui le risorse naturali vengono utilizzate in modo condiviso e responsabile per creare insieme un impatto positivo.
Di Prisca Peroni