MILANO – Studiare lo stato e le possibili strategie per migliorare l’irrigazione dei vigneti. Parte “Acquavitis”, il progetto volto alla ricerca di soluzioni innovative per l’uso efficiente dell’acqua nella viticoltura transfrontaliera. Acquavitis coinvolge un team di ricercatori italiani e sloveni su tre aree localizzate in contesti geomorfologici e climatici diversi: il Carso, l’area isontina del Collio e la Valle del Vipacco in Slovenia.
Installati dei pluviometri
I lavori sono partiti dal versante sloveno, dove sono stati installati, tra le vigne, dei pluviometri per raccogliere i campioni di precipitazioni da studiare. Nelle zone coinvolte gli scienziati attingeranno l’acqua dalle stesse fonti da cui si nutrono le viti. Acqua superficiale, nel sottosuolo, acqua d’infiltrazione in regioni carsiche e quella d’irrigazione. Sarà possibile definire la quantità di acqua che arriva alla vite in un determinato momento, ma anche la sua provenienza in ambiti geo-climatici così particolari. I risultati ottenuti permetteranno di risalire alla profondità delle radici e alle fonti d’acqua a cui le viti attingono. Ciò che si otterrà infine, servirà ad elaborare modelli di circolazione idrica.
I partner del progetto “Acquavitis” sono l’Istituto agricolo della Slovenia, le Università degli Studi di Trieste, di Udine e la Ca’ Foscari di Venezia. A loro si aggiungono l’Istituto di Geodesia della Slovenia, la Camera per l’Agricoltura e le Foreste slovena e l’Istituto agricolo forestale di Nova Gorica. In particolare, il team di geochimici della Ca’ Foscari analizzerà l’acqua che disseta i vigneti per comprendere da dove provenga e come gestirla al meglio.
Valutato lo stato idrico dei vigneti
“Uno degli obiettivi della ricerca - spiega Barbara Stenni, professoressa di Geochimica e coordinatrice del team dell’Università Ca’ Foscari Venezia - è la valutazione dello stato idrico dei vigneti e la stima della quantità d'acqua accessibile alle viti. Analizzeremo la composizione isotopica dell’acqua estratta dalla linfa dalle viti e da altre matrici ambientali per valutare l’origine dell’acqua assorbita dalle piante e stimare la profondità a cui attingono le radici”.
“L'acqua subisce molteplici processi fisici durante tutte le fasi del ciclo idrologico - spiega Mauro Masiol, ricercatore di Geochimica e membro del team che si occuperà delle analisi – Questi processi portano al frazionamento isotopico delle molecole d’acqua. Di conseguenza, i rapporti degli isotopi stabili dell’ossigeno 18O/16O e dell’idrogeno 2H/1H dell’acqua sono utilizzati come traccianti per ricostruirne l'origine e per identificare le aree di ricarica di bacini idrografici, fiumi, acquiferi e sorgenti”.
di Rossella Digiacomo
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