MILANO – Gli italiani sono sempre più salutisti e attenti al cibo che consumano. Secondo la ricerca Global Survey di Nielsen “Health/Wellness: food as medicine”, il nostro paese è uno di quelli più attenti e propensi al mangiar sano. Dai dati, rilevati su un campione di 30.000 individui in 63 paesi (tra cui l’Italia), emerge che un italiano su tre (33%) considera alcuni alimenti in grado di apportare al corpo più benefici dei farmaci. Dallo studio appare evidente che la dieta degli italiani non è più solo un “regime di consumo alimentare” ma, come dichiarato dal 40% della popolazione, un vero e proprio stile di vita.
Cibi e bevande salutari
Tra i cibi salutari più apprezzati dagli italiani ci sono yogurt e noci che, secondo i dati rilevati dalla Nielsen, vengono regolarmente consumati dal 59% e 49% degli intervistati. Amatissime anche le bacche di Goji e la curcuma. Il 68% degli italiani sono convinti che le bacche di Goji possano essere utilizzate a scopo curativo così come la curcuma, giudicata benefica dal 62% degli intervistati. La parte finale dello studio è dedicata dalle bevande: secondo i dati, gran parte degli italiani intende diminuire il consumo di bevande alcoliche (27%) e aumentare il consumo di acqua (17%).
Packaging intelligenti
All’interno della survey di Nielsen, un’attenzione particolare è riservata al packaging. Secondo i dati rilevati, il 48% degli intervistati legge le etichette nutrizionali con particolare attenzione, mentre per il 34% sono il mezzo fondamentale per verificare la genuinità degli ingredienti. Le indicazioni riportate sulle confezioni risultano essere utilizzate dal 28% degli intervistati. Oltre al packaging ed etichette si evidenzia che il 21% degli italiani dichiara di ricorrere a pareri medici, famigliari e siti web dedicati alla salute, il 20% fa ricorso a dietologi o a riviste, il 14% a programmi televisivi e il 10% a blog.
La ricerca Nestlé-Censis
Secondo una recente ricerca commissionata da Nestlé Italia al Censis il cibo torna centrale - oltre il 91% degli italiani si dichiara interessato - e diversamente da quanto accade nel resto del mondo, a guidare la spesa del consumatore italiano non è il prezzo ma fattori qualitativi come trasparenza delle informazioni (94,4%), funzionalità (88,4%), salute (84,6%), eticità (83,5%). A questi si aggiunge l’italianità, valore per il quale è disposto a pagare qualcosa in più (85,5%), in linea con un fenomeno globale di domanda di italian food che dal 2010 al 2015 è cresciuto nel mondo del 36,5%.
di Alessandro Conte
24 aprile 2017
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