MILANO – La stima provvisoria dell’anomalia della temperatura media in Italia, stando ai dati aggiornati fino al mese di ottobre compreso, configura il 2018 come l’anno più caldo di tutta la serie storica di dati controllati ed elaborati dall’Ispra, cioè almeno dal 1961 (+1,77 °C rispetto al valore normale di riferimento 1961-1990).
In base a studi che ricostruiscono il clima in un passato più remoto, si può affermare che in Italia l’anno in corso risulta essere l’anno più caldo da almeno due secoli circa.
Finora, la temperatura media in Italia nel 2018 è stata sempre nettamente superiore al valore normale ad eccezione dei mesi di febbraio e marzo; i mesi relativamente più caldi sono stati gennaio e aprile, con anomalie di oltre 2,5 °C.
Ottobre nero
Nel quadro globale di mutamento climatico, nel mese di ottobre l’Italia è stata teatro di una serie di eventi meteorologici estremi che hanno investito tutta l’Italia e che hanno determinato gravi conseguenze per la popolazione, l’ambiente e il territorio del nostro Paese.
In particolare, il 19 ottobre una serie di eventi temporaleschi molto intensi ha colpito la Sicilia orientale, causando alluvioni e gravi danni alle abitazioni, alle strutture e al territorio di una vasta area, soprattutto in provincia di Catania. Negli ultimi giorni del mese, un’ondata di maltempo più estesa e violenta ha investito tutta l’Italia da nord a sud.
Vento e piogge
L’elemento che ha creato maggiore impatto è stato dapprima il vento, che il 29 e 30 ottobre ha soffiato costantemente con forte intensità dai quadranti meridionali. Diverse stazioni meteorologiche della rete nazionale hanno registrato velocità del vento dell’ordine di 100 km/h con raffiche fino a circa 180 km/h in montagna (Monte Cimone) e tra 140 e 150 km/h sul mare (Capo Carbonara e Capo Mele). Localmente, le reti regionali hanno rilevato valori di velocità del vento anche superiori, con raffiche fino a più di 200 km/h.
Le piogge sono cadute abbondantemente su quasi tutto il territorio nazionale, con tempi e intensità diverse nelle varie regioni. Le precipitazioni cumulate giornaliere più elevate sono state registrate nelle zone prealpine, con valori di oltre 400 mm in Friuli Venezia Giulia e di oltre 300 mm in Liguria, Veneto e Lombardia.
di Salvatore Galeone
28 novembre 2018
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