MILANO - L'oceano è ora più caldo di quanto non sia mai stato nella storia recente, secondo un nuovo studio* pubblicato l'11 gennaio su Advances in Atmospheric Sciences. “La colpa è del cambiamento climatico indotto dall'uomo”, afferma John Abraham, professore di scienze termiche presso l'Università di St. Thomas nel Minnesota e coautore dello studio. "Dovremmo essere molto preoccupati - aggiunge - Ma avremmo dovuto farlo già anni fa”.
L’analisi degli oceani nel 2021
Il team di ricerca ha utilizzato una rete di boe oceaniche autonome ad alta tecnologia per misurare le temperature oceaniche globali, confrontandole con i dati raccolti negli anni '50. I ricercatori hanno scoperto che nel 2021 le profondità oceaniche hanno assorbito 14 zettajoule in più di energia prodotta dall'uomo rispetto all'anno precedente, pari a circa 145 volte la produzione mondiale di elettricità nel 2020. La variazione del contenuto termico degli oceani nel 2021 è equivalente all’energia che si otterrebbe facendo esplodere 7 bombe atomiche ogni secondo per tutta la durata dell’anno.
Il nuovo record di riscaldamento delle acque oceaniche
Il nuovo record, avvertono gli scienziati, è stato toccato nonostante nel 2021 si sia manifestato il fenomeno conosciuto come La Niña, la fase più fredda di un ciclo climatico risultante dall'interazione tra l'atmosfera e la superficie dell'oceano registrata all'inizio del 2021 nel bacino indo-pacifico, che ha contribuito a limitare il riscaldamento nell’Oceano Pacifico. I ricercatori hanno inoltre scoperto che alcune parti dell'Oceano Atlantico, dell'Oceano Pacifico e dell'Oceano Indiano hanno subìto un riscaldamento più pronunciato a causa dei modelli e delle correnti del vento.
Cosa causa il riscaldamento degli oceani?
Il riscaldamento degli oceani è dovuto all’aumento delle emissioni di gas a effetto serra nell'atmosfera, soprattutto di anidride carbonica, che a sua volta ha intrappolato sempre più energia solare nell’atmosfera. La maggior parte di questo calore intrappolato viene infine immagazzinato negli oceani, incidendo sulla temperatura dell’acqua e sulla sua circolazione.
Le conseguenze del riscaldamento degli oceani
L’aumento delle temperature degli oceani può creare una moltitudine di problemi: tra le conseguenze principali ci sono esso:
- eventi meteorologici estremi
- l'innalzamento del livello del mare accelerato
- cambiamenti e stravolgimenti biodiversità marina,
- minaccia alla sicurezza alimentare globale
- scioglimento dei ghiacciai
La migrazione dei pesci
Gli sbalzi di temperatura negli oceani del mondo hanno già portato a cambiamenti significativi per il mercato ittico, con possibili impatti sulla sicurezza alimentare globale. Il riscaldamento sta anche destabilizzando gli ecosistemi oceanici di lunga data; i pesci d'acqua calda, ad esempio, si stanno spostando sempre più a nord nelle acque artiche un tempo gelide, dove non erano mai stati in precedenza, superando in numero i pesci d'acqua fredda come il merluzzo artico, noto anche come merluzzo polare.
Riscaldamento oceani ed eventi atmosferici
Il riscaldamento dell'oceano provoca anche condizioni meteorologiche estreme, sia sulla terraferma che sull'oceano. Una ricerca** del 2018 pubblicata su Earth's Future ha collegato il calore dell'oceano con l'uragano Harvey, una tempesta di categoria quattro che ha colpito il Texas nel 2017 e ha causato danni per circa 125 miliardi di dollari. "Gli oceani e l'atmosfera sono sistemi dinamici e reagiscono cercando di eliminare del calore in eccesso", ha affermato Kevin Trenberth, coautore dello studio. Un ambiente marino in riscaldamento può anche portare ad altri eventi meteorologici estremi, come ondate di calore, forti piogge improvvise e siccità.
Le emissioni di CO2 e gli oceani
Oltre al riscaldamento degli oceani, le emissioni di anidride carbonica possono anche portare a un processo chiamato acidificazione degli oceani, che può ridurre le specie marine e rendere impossibile agli organismi calcificanti come i coralli e le ostriche la formazione dei loro gusci duri o scheletri. Attualmente si ritiene che l'oceano assorba circa il 25% del carbonio atmosferico prodotto dalle attività umane.
Come ridurre l’impatto sul clima oceanico
Secondo gli esperti, il modo migliore per ridurre l'impatto sul clima oceanico è abbassare le emissioni di carbonio e raggiungere l'obiettivo dell'accordo di Parigi di non consentire al riscaldamento globale di superare 1,5°C (2,7°F) rispetto ai livelli preindustriali. Al vertice COP26 sul clima a Glasgow, in Scozia, lo scorso novembre, molte nazioni si sono impegnate a ridurre le loro emissioni.
Sebbene i risultati del nuovo studio sul riscaldamento degli oceani siano profondamente preoccupanti, Abraham ha affermato di sentirsi ottimista riguardo allo sviluppo e all'accessibilità delle fonti di energia pulita. "Chiaramente, il cambiamento climatico sarà un problema sia per le nostre generazioni, sia per alcune generazioni successive - ha detto lo scienziato - Ma almeno abbiamo un raggio di speranza, dato dal fatto che l'energia pulita sia ora matura al punto da poter sostituire le fonti di energia che producono gas serra". La crescente consapevolezza della crisi ambientale e la domanda di soluzioni climatiche rappresentano quindi una speranza per la salvaguardia degli oceani e, in generale, della vita sulla Terra.
Di Salvatore Galeone
Bibliografia
*Cheng, L., Abraham, J., Trenberth, K. E., Fasullo, J., Boyer, T., Mann, M. E., … Reagan, J. (2022). Another record: Ocean warming continues through 2021 despite La Niña conditions. Advances in Atmospheric Sciences.
** Trenberth, K. E., Cheng, L., Jacobs, P., Zhang, Y., & Fasullo, J. (2018). Hurricane Harvey links to ocean heat content and climate change adaptation. Earth’s Future