MILANO – Conosciuto come uno dei luoghi più aridi al mondo, il deserto del Negev nasconde un prezioso segreto nel suo sottosuolo: una riserva d’acqua fossile, rimasta intatta per centinaia di migliaia di anni. La ricerca è stata pubblicata da PNAS.
Le indagini degli esperti portano al passato
Ma da dove arriva l’acqua? È forse parte del sistema acquifero di arenaria nubiana che si trova al di sotto del Sahara orientale? Per cercare di rispondere a queste domande, un team di esperti della Ben-Gurion University del Negev ha condotto una serie di ricerche sull’acqua fossile raccolta da oltre 20 sorgenti nel deserto, utilizzando tecniche innovative.
Dai risultati delle indagini è emerso che le origini del bacino sotterraneo possono essere ricondotte a due eventi del passato, che sembrano coincidere con i periodi climatici più freddi della storia. Il più recente, risalente a circa 38.000 anni fa, combacia con i cicloni mediterranei associati al periodo dell'ultima glaciazione. Mentre l’altro, risale a circa 360.000 anni fa, con l’arrivo delle “tropical plumes” , fasce allungate di nubi medio-alte, portate dall’oceano Atlantico.
Le possibili applicazioni di queste ricerche per simulare il comportamento climatico
Grazie a queste scoperte, gli scienziati sono stati in grado di ricostruire le dinamiche e tracciare l’andamento delle condizioni climatiche del passato a partire dall’acqua fossile. Per la prima volta, l’acqua di falda è stata usata come archivio dell’andamento delle variazioni climatiche in un determinato luogo su lunghi periodi di tempo. In questo modo, è stato possibile avere una diretta correlazione tra arco temporale e andamento climatico in una particolare area.
L’importanza di queste scoperte sta nel fatto che, grazie ad esse, sarà possibile simulare l’attuale e il futuro comportamento climatico del nostro Pianeta ed imparare a conoscerlo più a fondo.
di Valentina Lottini
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