MILANO – La fine delle vacanze? Fatali per l’umore degli italiani. Pochi divertimenti, traffico e code ai caselli, il lavoro che si avvicina: questi alcuni dei fattori che fiaccano nel fisico e nello spirito degli italiani. Uno su 3 (33%), secondo una nostra rilevazione*, confessa che gli ultimi giorni di ferie e il momento del ritorno sono il periodo delle vacanze in cui si sente meno in forma.
Ritornano lo stress e le preoccupazioni della vita quotidiana, sintomi di quella che gli esperti hanno definito sindrome da rientro.
I rimedi? Corretta idratazione, sana alimentazione e giusto approccio psicofisico sono le armi in più per affrontare al meglio il ritorno in città.
Dimenticare che le vacanze siano finite
Questa è la parola d’ordine degli italiani. Come lo fanno? Il 48% cede ai peccati di gola mentre il 26% sceglie di dormire più a lungo, sperando che qualche ora aggiuntiva di sonno serva a prolungare la tranquillità estiva.
Anziché cercare di riassestarsi sui ritmi della città, c’è poi chi vuole godersi fino all’ultimo giorno le vacanze: il 13% si concede tutti i vizi possibili e il 12% si dedica a varie attività, per centrare l’obiettivo di tenere il corpo impegnato e di avere la mente sgombera da preoccupazioni.
La sindrome da rientro
«Si chiama sindrome da rientro ed è una sensazione di stanchezza e fatica a ritornare nella routine del quotidiano – afferma il prof. Alberto Pellai medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva – A volte ci si sente anche irritabili con difficoltà a concentrarsi e presidiare i compiti che normalmente vengono svolti.
In realtà è semplicemente una "sindrome da adattamento": corpo e mente che "si erano lasciati andare" nel tempo delle vacanze devono rientrare in uno schema rigido, imposto dal dovere associato ai compiti quotidiani.
Una parte di noi vorrebbe permanere a lungo in uno spazio di piacere e si sottrae all'ansia performativa che il quotidiano sempre ci impone. Anche i nostri ritmi circadiani faticano a risintonizzarsi velocemente con i nuovi ritmi e orari del tempo feriale».
Le “licenze” estive
C’è poi un italiano su 2 (51%) che si sente fisicamente appesantito dopo le “licenze” estive, soprattutto legate all’alimentazione e alla nutrizione. La vacanza spesso determina alcuni effetti nocivi sulla salute – afferma Luca Piretta, nutrizionista e docente dell’Università Campus Bio-Medico di Roma – Spesso è sinonimo di sregolatezza di orari, cambi dei ritmi sonno-veglia si tende ad eccedere con gli alcolici, altro fattore nocivo per l’integrità cellulare, e talvolta ci si lancia in sport estremi o di resistenza senza l’adeguato allenamento o preparazione alimentare.
Per ultimo, si rischia di tornare dalle vacanze con qualche chilo di troppo, in particolare le persone che tendono ad ingrassare e che durante la vacanza non potuto o voluto mantenere il loro corretto regime alimentare.
Ma cosa spaventa di più gli italiani?
Parlando di lavoro, le preoccupazioni maggiori sono l’idea di abbandonare i luoghi parti per trascorrere gran parte del tempo in posti chiusi (32%), le tensioni con colleghi e datori di lavoro (26%), l’ansia delle scadenze (21%) e il dover tornare alla pianificazione settimanale (13%). Per quanto riguarda il cambio dello stile di vita, il ritorno in città preoccupa perché riproporrà la cronica insoddisfazione verso quello che si fa (29%), gli sbalzi di umore che rendono irritabili e nervosi (23%), il poco tempo a disposizione per vedere figli, genitori e partner (22%). Nonostante questo ben un quarto degli italiani (25%) afferma che non si prepara in alcun modo perché solo pensarci fa aumentare l’ansia mentre il 13% spiega che si predispone riprendendo gradualmente le abitudini quotidiane.
Guardare avanti con ottimismo
«Quello che cambia le cose è il modo in cui ci si rapporta a una situazione di stress», assicura la dottoressa Pauline Wallin, nel suo saggio “Taming your inner brat: a guide for transforming self-defeating behavior” (Addomestica il tuo io viziato: una guida per trasformare i comportamenti controproducenti).
Lamentarsi, infatti, fa soltanto sentire peggio e, soprattutto, non aiuta a risolvere il problema. La strategia suggerita dall’esperta comincia da un passo molto semplice: guardare avanti con ottimismo.
Ma come si supera la sindrome da rientro?
Spiega Luca Piretta: «È fondamentale per permettere un corretto afflusso di sangue a i tessuti e quindi agli antiossidanti di raggiungere tutte le cellule e recuperarle dagli insulti dei radicali liberi. Inoltre è importante ricordare che tutte le reazioni chimiche cellulari avvengono solo se è presente l’acqua e questo ci deve far comprendere quanto sia essenziale questo elemento anche per ammortizzare la sindrome da rientro».
Conclude Pellai: «Si tratta di un passaggio che in breve tempo viene superato. Anche in questo caso, serve preservare ogni giorno un po' di tempo e di spazio per il piacere e non solo per il dovere e costruire nel miglior modo possibile una sintonia tra corpo e mente, curando la qualità del proprio stile di vita».
Il decalogo per vincere la sindrome da rientro
Dormi molto e bene, evitando di passare dalle 8-10 ore di sonno del periodo vacanziero alle 6-7 che ci si concede al rientro
Abituati con gradualità, rientrando dalle vacanze alcuni giorni prima della fine delle vacanze per poter tornare senza un impatto brusco alle temperature e ai ritmi quotidiani
Fai movimento, soprattutto se le ferie sono state movimentate: l’attività fisica aiuta a diminuire lo stress e a riposare meglio
Segui un'alimentazione sana: ben vengano, senza esagerare, i carboidrati semplici (saccarosio, miele, confetture, frutta) e quelli complessi (pane, pasta, riso e cereali).
Bevi acque ricche di sali minerali per mantenere in equilibrio facoltà intellettive e umore
Stai alla luce del sole: il passaggio dalla luce del sole in spiaggia a quella artificiale dell'ufficio può mettere sotto stress il corpo e la mente
Niente tecnologia a letto: non tenere in camera da letto né computer, né cellulare e lascia spenta la tv perché il cervello associ la stanza a quella del riposo
Dopo tre mesi di vacanza, per i bambini è ancora più importante tornare al ritmo della scuola gradualmente
Concediti un weekend di relax: finché il tempo lo consente puoi dedicare il fine settimana al relax e alla famiglia come se le vacanze non fossero ancora finite
Poniti obiettivi raggiungibili: non strafare e sii pragmatico
*studio condotto con metodologia WOA (Web Opinion Analisys) su circa 3500 italiani, uomini e donne, attraverso un monitoraggio online sui principali social network, forum e community digitali per raccogliere ansie e paure sul ritorno in città e su circa 30 esperti tra psicologi, sociologi e nutrizionisti, che spiegano come approcciare il post-vacanze.
di Alessandro Conte
24 agosto 2018
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