MILANO – Si chiama “Arctic to Tropic” ed è un progetto dell’artista statunitense David Freese, che ha fotografato la costa orientale nordamericana per mostrarne la fragilità di fronte ai cambiamenti climatici, al riscaldamento globale e all’innalzamento del livello del mare.
Idea nata dopo il passaggio dell’uragano Sandy
Freese ha iniziato il progetto nel 2012, dopo che l’uragano Sandy aveva colpito 24 stati della costa orientale degli Stati Uniti, oltre a paesi come Cuba, Canada, Giamaica e Bahamas, causando la morte di 148 persone e svariati miliardi di dollari di danni.
Ha scattato la maggior parte delle foto dall’alto, perché si tratta di una prospettiva che mostra meglio il rapporto tra le città e il paesaggio con l’acqua che li circonda.
È un rapporto che solitamente si dà per scontato o viene sottovalutato. Freese ha scattato la maggior parte delle foto a bordo di aerei da turismo e idrovolanti: si sedeva dietro per avere una visuale più libera, vestendosi di scuro per diminuire il riflesso sul finestrino.
Ci sono foto di Miami, New York, parchi naturali in Canada e ghiacciai in Groenlandia.
Altri progetti
Il progetto precedente di Freese si chiama “West Coast: Bering to Baja” e raccoglie fotografie di zone della costa occidentale americana caratterizzate da una forte instabilità geologica, perché minacciate per esempio da terremoti e vulcani.
In quell’occasione ha scelto un formato di stampa più piccolo, nonostante fossero ritratti vasti panorami e grandi spazi, cercando di rendere i pericoli della natura con immagini più intime.
Al contrario, per l’East Coast ha usato stampe più grandi per perdere i dettagli dei paesaggi, delle strade e delle città interessate dall’aumento del livello del mare.
Freese ha scattato le fotografie, le ha convertite in bianco e nero e poi ha virato i colori o aggiunto sfumature con Photoshop, ispirandosi a fotografi di paesaggio del XX secolo come Alfred Stieglitz e Albert Steiner.
di Alessandro Michielli
5 febbraio 2018
source: ilpost.it