MILANO – La francese Wattway ha aperto la strada, letteralmente, dimostrando che il fotovoltaico può essere integrato con successo anche su superfici difficili come i manti stradali. Se la soluzione è valida per la Francia e per gli Usa, perché non anche per l’Ungheria? È da qua infatti che arriva Platio, nuovo pavimento fotovoltaico.
Estetica e funzionalità
Portata avanti da un team di ingegneri e architetti, l’idea è quella di fornire pavimentazioni modulari per pedonali e ciclabili, facili da istallare e al tempo in grado di offrire un contributo energetico. Il sistema utilizza moduli fotovoltaici in silicio cristallino, sovrapposti ad un solido supporto in plastica che assicura un doppio vantaggio: resistenza alla pressione meccanica e sicurezza nel collegamento dei vari pannelli. L’ingegnere meccanico Imre Sziszák ha creato le basi tramite stampa ad iniezione, mentre Miklós ilyes e József Cseh hanno lavorato per assicurare un’estetica piacevole e il giusto funzionamento.
Come è fatto Platio
Ogni unità può essere legata alle altre “come mattoncino lego”, spiega il team, e lo scrigno di plastica trasparente che avvolge i pannelli è ottenuto dal riciclo dei rifiuti plastici. “PLATIO è un sistema di pavimentazione non convenzionale […] che non richiede i tradizionali materiali (come la pietra, la ghiaia, il cemento e il legno) ma utilizza normale spazzatura”, scrive l’azienda.
L’istallazione parallela al terreno ne riduce ovviamente la produzione, anche se Platio rivendica una performance di 160 W di potenza per metro quadrato. Nonostante sia ancora acerbo, il progetto è riuscito a guadagnare oltre 66.000 euro d’investimento, vendendo i primi 150 metri quadrati di piastrelle solari per alcuni progetti pilota. Attualmente non vi è alcuna indicazione sulla linea temporale (anche teorica) per la produzione di massa del pavimento fotovoltaico. Secondo il sito web della società, il team sta sviluppando anche altre idee parallele, tra cui un sistema di stoccaggio energetico a idrogeno e aria compressa e pavimentazioni che sfruttino gli ologrammi per veicolare informazioni ai passanti.
di Alessandro Conte
26 gennaio 2017
credits: platio.cc