MILANO – Nato in Scandinavia, oggi il plogging è uno sport sempre più diffuso che cerca di unire la salute degli individui e la salute del Pianeta. Oltre a svolgere un ruolo estremamente educativo sia dal punto di vista dell’importanza dell’attività fisica che da quello dell’attenzione alla sostenibilità, consente a tutti di mettersi in gioco e svolgere azioni concrete.
Plogging: di cosa si tratta
Il plogging è una tendenza, diffusa ormai a livello globale, che consente di integrare l’allenamento del singolo con la cura dell’intero Pianeta, attraverso dei piccoli gesti. Questa attività prevede infatti la raccolta di spazzatura mentre si fa jogging, per risolvere i problemi che i rifiuti causano all’ambiente, all’ecosistema e alla fauna selvatica. Il termine deriva dall’unione della parola svedese “plocka upp” – che significa “raccogliere” – e “jogging”.
Questa tendenza ormai di stampo internazionale è in realtà nata in Svezia, e più nello specifico grazie a Erik Ahlström nel 2016 che, dopo essersi trasferito a Stoccolma, è rimasto impressionato e sconvolto dalla quantità di rifiuti presenti nel suo tragitto, in bicicletta, verso il lavoro. Fermarsi di volta in volta a raccogliere quegli stessi rifiuti che quotidianamente vedeva è diventata un’abitudine, riuscendo – poi anche grazie al contributo dei social e di altre persone – a far crescere esponenzialmente il movimento in tutto il mondo, partendo dall’Europa, ma arrivando anche fino in Ecuador e Thailandia.
I benefici del plogging per la salute e l’ambiente
Perché il plogging si è diffuso così tanto? Perché è semplice, educativo, inclusivo, e perché i protagonisti sono sia gli individui che l’ambiente. "Ognuno è autorizzato a farlo come vuole", ha dichiarato Ahlström “Qualsiasi cosa funziona. La cosa più importante è che i rifiuti vengano eliminati dalla natura”. Così semplice – e a tratti anche divertente – che in tutto il mondo sono arrivati ad organizzare numerose gare, fino al World Plogging Championship, in programma anche per il 2023.
I benefici ambientali sono chiari e sotto gli occhi di tutti. Anche se in apparenza sembra un piccolo gesto, ripulire la natura che ci circonda e che quotidianamente viviamo – per le nostre gite nel fine settimana, per i nostri pic-nic e per lo stesso sport – dà un grande contributo all’ecosistema, ed in particolare alla fauna, di cui la natura è l’habitat naturale. Basti pensare a quanti oggetti per noi di uso quotidiano ritroviamo in natura, che sia un bosco o in acqua: dalle bottiglie di plastica ai palloncini, passando per sacchetti, mascherine e mozziconi.
Ma secondo lo stesso fondatore dell’attività, vi è un beneficio anche per il singolo che compie questo virtuoso gesto: 30 minuti di plogging consumano 288 calorie, rispetto alle 235 bruciate durante una normale attività di corsa. E non solo, secondo alcuni medici, aiuta anche ad allungare la schiena e i glutei, così come i muscoli posteriori di coscia e polpacci. Aiuta il corpo, aiuta il Pianeta e aiuta anche la mente, attraverso un processo di valorizzazione e riconnessione con la natura.
Alba: la prima città italiana ad istituzionalizzare questo sport
Proprio in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, il 5 giugno, la città di Alba ha annunciato il programma “Fai plogging con il sacco giusto”: una serie di appuntamenti, ogni primo lunedì del mese, per coinvolgere la cittadinanza in questa attività sportivo-ambientale sempre più diffusa già in molti Paesi. Con l’avvio di questo progetto e la sua conseguente istituzionalizzazione, la città piemontese diventa la prima nel mondo a ufficializzare un passo di questa portata mettendo al centro la salute di tutti – cittadini e Pianeta.
Di Elena Parodi