In Giappone l’edificio con 700 finestre riciclate simbolo della sostenibilità

In Giappone l’edificio con 700 finestre riciclate simbolo della sostenibilità

Progettato da Hiroshi Nakamura & NAP, il Kamikatsu Zero Waste Center è un'architettura che riduce a zero l’impatto ambientale

MILANO – Un edificio simbolo dell’impegno di una comunità verso il riciclo. È questo il Kamikatsu Zero Waste Center, l’edificio costruito sulle rive del fiume Katsuura, in Giappone, da Hiroshi Nakamura, architetto capo del progetto e fondatore di NAP Architectural Consulting. Realizzato per sostituire l'ex "capanna prefabbricata" dove venivano smistati i rifiuti, l’edifico è caratterizzato da una facciata suggestiva: tavole di legno di cedro bordeaux fanno da cornice a 700 finestre diverse tra loro, formando un patchwork di lastre di vetro con sullo sfondo cime montuose e ondulati boschetti sempreverdi. L’edificio è stato costruito utilizzando solo materiale riciclato e rifiuti.

Simbolo di una comunità sostenibile

La storia del Kamikatsu Zero Waste Center è prima di tutto quella di un processo comunitario verso una gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti. Alcuni anni fa il villaggio di Kamikatsu, nel sud del Giappone, ha dovuto implementare un sistema di gestione dei rifiuti molto complesso a causa del fatto che il suo inceneritore produceva troppa diossina. La comunità locale ora separa i propri rifiuti in 45 categorie, con un tasso di riciclaggio di oltre l'80%. Il nuovo centro è stato costruito principalmente per aiutare a ottenere il 100% di rifiuti riciclati. La nuova architettura del Kamikatsu Zero Waste Center vuole anche rappresentare questo sforzo collettivo e comunicarlo al pubblico. A tale scopo comprende anche un'ampia sala pubblica, un negozio di articoli riciclati, uno spazio per attività e un hotel.

La facciata

L’edificio ha un'architettura riciclata e riciclabile, che potrà essere ridimensionata in futuro in base alle esigenze dei cittadini. L'elemento più rappresentativo dell'edificio è senza dubbio la facciata, composta da 700 finestre diverse. I telai donati dalla comunità sono stati riparati, misurati e posizionati tramite un apposito software, creando un patchwork apparentemente casuale ma preciso e dal grande impatto visivo. Per la struttura è stato utilizzato legno di cedro, materiale di qualità presente in abbondanza nella zona che offre la possibilità di ridurre al minimo i costi – economici e ambientali – di produzione e trasporto. Il legname è stato lasciato nella sua forma grezza e rotonda anziché tagliato in travi o assi quadrate per ridurre ulteriormente gli sprechi.

Edificio circolare

Tutte le componenti dell'edificio sono progettate tenendo conto della circolarità: mattoni, piastrelle, pavimenti in legno e tessuti sono stati donati da aziende locali; le finestre della facciata sono state recuperate da edifici abbandonati: i mobili sono stati recuperati da edifici pubblici e case non più abitate; una grande libreria è ricavata dalle casse usate per raccogliere i funghi shiitake, fungo di origine asiatica nonché il secondo commestibile più consumato al mondo, dopo lo champignon.

Architettura partecipativa

Per la costruzione dell’edificio sono stati applicate pratiche di "architettura partecipativa" per il progetto: il Kamikatsu Zero Waste Center è stato costruito utilizzando materiali donati dai 1.453 residenti della città. Alcuni articoli, inclusi materiali per coperture, metalli per l'impermeabilizzazione, bulloni e viti per giunti e apparecchiature come impianti di condizionamento e idraulici, dovevano essere nuovi per garantire la conformità ai codici edilizi e agli standard di sicurezza. Tuttavia, limitare la quantità di nuove risorse ha comunque contribuito a ridurre l'impatto ambientale e il costo dell'edificio, che secondo l’architetto Nakamura sarebbero stati il ​​​​doppio senza l'uso di materiali riciclati.

Di Rossella Digiacomo

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