MILANO – Lo stimolo della sete nasce dal bisogno di reintegrare liquidi nell’organismo. Tale necessità, però, può avere diverse cause, dovute principalmente alla perdita di acqua del nostro corpo ma anche all’assunzione di cibo. Per questo, abbiamo chiesto al nutrizionista Andrea Strata, professore fuori ruolo di Nutrizione Clinica presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Parma, di spiegarci la differenza tra sete primitiva e secondaria.
Carenza di liquidi
Durante il giorno si verifica una perdita costante di liquidi, non solo attraverso la sudorazione legata a temperatura esterna e grado di umidità; il processo fisiologico “perspiratio insensibilis” (in italiano “traspirazione insensibile”) porta a una perdita continua ed impercettibile di piccole quote d'acqua dalla pelle, dalle mucose e dalle vie respiratorie. Ma la perdita di liquidi si verifica anche con la diuresi, fondamentale per eliminare i soluti in eccesso nell’organismo. Tutti questi fenomeni portano alla cosiddetta “sete primitiva”, che serve per reintegrare la giusta quantità di acqua nell’organismo.
Cibi salati
La “sete secondaria” è invece dovuta al bisogno di bere acqua in seguito all’assunzione di particolari tipi di alimenti. Essa è indipendente dal senso di sete ed è direttamente proporzionale all’assunzione di sale che avviene attraverso alcuni cibi contenenti un eccesso di cloruro di sodio o di zuccheri.
Lo stimolo della sete in estate
Legandosi ai rispettivi fattori da cui sorge, lo stimolo della sete, primitiva o secondaria che sia, aumenta durante la stagione estiva. “Col caldo è indispensabile bere almeno 2 litri d’acqua al giorno per compensare le perdite di liquidi che si accentuano con l’alzarsi della temperatura – aggiunge il dottor Strata – Per questo è importante bere anche se non si avverte lo stimolo della sete per prevenire la disidratazione, specialmente nei bambini e negli anziani.”
di Salvatore Galeone
Source: Adobe Stock