VENEZIA – Inaugurata il 15 gennaio, presso la Casa dei Tre Oci di Venezia, la mostra “Artico. Ultima frontiera”. Attraverso gli obiettivi di tre grandi maestri della fotografia di reportage, la mostra propone un’approfondita indagine di un’ampia regione del pianeta che comprende la Groenlandia, la Siberia, l’Alaska e l’Islanda. I 120 scatti dei fotografi, Paolo Solari Bozzi, Ragnar Axelsson e Carsten Egevang, raccontano, con tre differenti sguardi, la realtà estrema dell’Artico e della vita del popolo Inuit che, a causa dei mutamenti socio-economici ed ambientali, vede minacciata la sopravvivenza della propria cultura.
Paolo Solari Bozzi
Il fotografo, in occasione della mostra, presenterà “Greenland Into White” un progetto inedito, frutto del suo viaggio, tra febbraio e aprile 2016, sulla cosa orientale della Groenlandia, nel quale ha visitato numerosi villaggi dell’Artico, riportando la quotidianità di una popolazione che ha scelto di vivere in un ambiente molto difficile. Il reportage sarà pubblicato, in edizione inglese, da Electa Mondadori.
Ragnar Axelsson
Le popolazioni Inuit sono al centro della ricerca del fotografo islandese. I suoi scatti raccontano di villaggi ormai scomparsi, di intere comunità ridotte a due soli anziani che resistono in una grande casa scaldando una sola stanza, di mestieri che nessuno fa più e di uomini che lottano per la sopravvivenza quotidiana. Axelsson, infatti, fin dai primi anni ottanta, ha viaggiato nelle ultime propaggini del mondo abitato per documentare le vite dei cacciatori nell’estremo nord del Canada e della Groenlandia, degli agricoltori e dei pescatori della regione dell’Atlantico del Nord e degli indigeni della Scandinavia del Nord e della Siberia. Dalle su fotografie, però, ad emergere è soprattutto l’umanità che ha incontrato sulle lunghe piste delle regioni dell’Artico.
Carsten Egevang
Il danese, dal 2002 al 2008, ha vissuto in Groenlandia dove, grazie alla sua formazione accademica in biologia, ha studiato la fauna ovipara della regione artica. Proprio per questo motivo, accanto agli scatti che raccontano la tradizionale vita delle popolazioni Inuit, le sue fotografie ci parlano della natura selvaggia dell’Artico.
La mostra
Curata da Denis Curti, la mostra intende riportare l’attenzione sui paesaggi naturali e le tematiche ambientali dei nostri giorni. “In queste immagini l’imminenza del riscaldamento globale si fa urgenza, mentre si apre un confronto doloroso in cui l’uomo e le sue opere vengono inghiottiti dall’immensa potenza della natura. Bellezza e avversità sono i concetti su cui la Casa dei Tre Oci fonda questo progetto”, ha affermato Curti. Accanto alle fotografie, a completare il racconto, tre documentari: “SILA and the Gatekeepers of the Arctic“, realizzato dalla regista e fotografa Corina Gam; “Chasing Ice“, diretto dal giovane film-maker Jeff Orlowski; “The Last Ice Hunters“, dei registi Jure Breceljnik e Rožle Bregar. È inoltre previsto un ricco progetto di didattica in collaborazione con Pleiadi, realtà che si occupa di educational da diversi anni. Infine, in chiusura della rassegna, verrà realizzata un’asta delle fotografie in mostra.
di Alessandro Michielli
17 gennaio 2017
credits: LA SCUOLA DEI TRE OCI