Nasce la prima Scuola di Giornalismo ambientale, costruttivo e digitale

Nasce la prima Scuola di Giornalismo ambientale, costruttivo e digitale

Dall'esperienza decennale di Italia che Cambia nasce la prima scuola residenziale di giornalismo italiano che mette al centro le sfide della complessità, le tematiche eco-sociali, la crisi climatica e delle risorse

MILANO - Fornire strumenti che aiutino a decifrare e raccontare il nostro mondo in continuo mutamento, rispondendo inoltre alle sfide che la diffusione dell'intelligenza artificiale porterà al mestiere del giornalista. Con questo obiettivo nasce in Italia la prima Scuola di giornalismo ambientale, costruttivo e digitale, ideata dalla redazione di Italia che Cambia e diretta dal suo fondatore Daniel Tarozzi.

La scuola di giornalismo ambientale

La prima edizione di questa nuova Scuola di giornalismo prenderà il via il prossimo aprile, in Val Pennavaire, tra i monti del ponente ligure e le valli piemontesi. “Se lo vuoi cambiare, prima lo devi raccontare e se lo vuoi raccontare, prima lo devi conoscere” è il motto che accompagnerà docenti e studenti in questa nuova esperienza formativa.

Tra i partner della scuola si trovano rappresentanti dei vari ambiti che si andranno a toccare. Dalle storiche associazioni ambientaliste, come WWF, LAV, LIPU, Sea Sheperd, alle organizzazioni “di categoria”, come Zero Waste, Isde Italia, Addio Pizzo, ad istituti di ricerca scientifica e facoltà universitarie. Sul sito ufficiale della scuola si trova l'elenco, in continuo aggiornamento. 

Le sue parole chiave? Clima, ambiente, incendi, foreste, inquinamento, estinzioni, rifiuti, mafie, sessismo.

Le competenze messe a disposizione? Scrittura, videomaking, podcasting, data journalism, deontologia professionale, giornalismo scientifico, nonché strumenti e conoscenze base per parlare di clima, ambiente, energia, rifiuti, economia, imprenditoria, eco-mafie, senza dimenticare le sfide poste dagli sviluppi tecnologici e dalla diffusione delle intelligenze artificiali.
 

Il programma

Il programma è diviso in 9 settimane all'interno delle quali si alternano oltre trenta docenti. Circa metà sono giornalisti o addetti al settore. L'altra metà è composta da professori universitari, climatologi, ecologi, biologi, esperti di rifiuti, mafie, energia, sistemi di governance. L'elenco è lungo ed è possibile consultarlo a questo link.

Nonostante la didattica a distanza oggi abbia raggiunto livelli altissimi, questa scuola non può prescindere dalla presenza fisica. Nei due mesi di formazione, infatti, si potranno conoscere di persona tantissimi docenti, si toccherà con mano cosa significa lavorare in una redazione, si realizzeranno video, podcast, articoli e si costruiranno relazioni stabili con i propri compagni di corso. Tutte cose irriproducibili con la didattica a distanza. Inoltre, trovarsi in un’area interna, significa poter toccare con mano limiti e potenzialità di un territorio “tipo” al centro delle sfide che ci aspettano nei prossimi anni.

Di Salvatore Galeone

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