MILANO – In Inghilterra è stata definita “epidemia della sedentarietà”. E il motivo è presto detto. La lista degli effetti collaterali dell’uso eccessivo della tecnologia si sta allungando. Se i dispositivi digitali hanno agevolato non pochi ambiti della nostra vita quotidiana, è vero anche che oltre a tecnostress, disturbi del sonno e crisi di coppia bisogna aggiungere alle conseguenze indesiderate dell’hi-tech anche il tech-neck. Ovvero, dolori e risentimenti al collo dovuti all’uso prolungato di pc, tablet e smartphone.
Il problema
Un quadro dettagliato è quello fornito dall’Associazione dei Chiropratici Inglesi secondo cui il 40% dei teenager d’oltremanica, tra gli 11 e i 16 anni, ha lamentato questo tipo di dolore collegato, in più di un caso su sette, proprio alla tecnologia. Più della metà dei ragazzi inglesi, inoltre, utilizza lo smartphone a letto con inevitabili conseguenze alla postura, e arrivano a 10 le ore che gli under 30 trascorrono con gli occhi fissi sullo schermo.
L’importanza dell’idratazione
Poter contare su un buon livello di idratazione, infatti, è una condizione imprescindibile per mantenere flessibili i dischi della colonna vertebrale. Tenere un bicchiere d’acqua sempre a portata di mano, sulla scrivania dell’ufficio cosi come a casa, è quindi un’ottima abitudine. “Nelle nostre articolazioni abbiamo un elevato contenuto di acqua che contribuisce alle proprietà ammortizzanti e di lubrificazione in occasione di ogni minimo movimento - afferma il Professor Nicola Sorrentino, esperto dell’Osservatorio Sanpellegrino, docente di Igiene Nutrizionale all’Università di Pavia, direttore scientifico delle Terme Sensoriali di Chianciano Terme – per questo motivo è necessario bere molta acqua per mantenerci idratati e per mantenere il liquido sinoviale, responsabile di lubrificare le articolazioni durante il movimento, nelle giuste quantità”.
Gli effetti sulle capacità cognitive
“Naturalmente non bisogna sottovalutare il fatto che molte ore passate davanti a uno schermo, senza interruzione e quindi senza bere, possono avere effetti negativi anche sulle capacità cognitive, come riduzione di concentrazione e mal di testa – conclude Sorrentino – La letteratura scientifica più recente indica che anche un livello di disidratazione di solo l’1-1,5% può avere effetti negativi sulle nostre capacità cognitive”.