Marco Frey e il rapporto tra biodiversità e tutela dell’acqua

Marco Frey e il rapporto tra biodiversità e tutela dell’acqua

La testimonianza del professore dell’Università S.Anna di Pisa all’interno del Bilancio di Sostenibilità 2021

MILANO – “Prendersi cura della risorsa acqua significa tutelare la biodiversità dell’ambiente in cui sgorga, la sua qualità è il risultato di un ecosistema che funziona bene.” E’ questo affermato il professor Marco Frey, Direttore del Laboratorio di ricerca sulla sostenibilità (SuM) della Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa, durante la presentazione del progetto “La fonte della biodiversità di Acqua Panna”, realizzato da Acqua Panna di concerto con il Gruppo Sanpellegrino e Federparchi, che ha visto la tenuta di Acqua Panna diventare un “laboratorio a cielo aperto” al fine di raccogliere utili dati di ricerca e metterli a disposizione della comunità scientifica. A un anno di distanza dalla presentazione del progetto, il professor Frey all’interno del Bilancio di Sostenibilità 2021 del Gruppo Sanpellegrino ha condiviso e commentando i primi risultati dell’accurata e periodica attività di monitoraggio delle specie animali e delle varietà di piante presenti sul territorio.

La nascita della collaborazione

Il professor Frey racconta come la partnership con il Gruppo Sanpellegrino sia nata quasi in maniera spontanea. “Ho incontrato l’Amministratore Delegato di Sanpellegrino, Stefano Marini, circa un anno fa, in occasione della presentazione della collaborazione con Federparchi per la tutela della biodiversità della riserva di Scarperia - dove sgorga l’Acqua Panna – e, in questa occasione, è nata subito la possibilità di una collaborazione. Da un lato perché l’azienda stava cercando dei partner scientifici per conferire al progetto una struttura metodologica più robusta e, dall’altro, perché noi, come Research University che lavora da sempre sulle tematiche legate alla sostenibilità, abbiamo trovato subito molto interessante la possibilità di poter operare e fare ricerca su questa straordinaria Riserva.”

La metodologia di lavoro

Dopo l’incontro, si è lavorato per individuare gli ambiti in cui l’Università S.Anna di Pisa potesse essere utile al progetto che, partendo dalla tutela della biodiversità dell’area, aveva tutte le caratteristiche per inserirsi nelle strategie di decarbonizzazione portate avanti dal Gruppo Nestlé e, in particolare, da Sanpellegrino per ottemperare agli obiettivi fissati dell’Accordo di Parigi. “Siamo riusciti a impostare una metodologia di lavoro innovativa rispetto a quanto succede oggi nel panorama nazionale e internazionale, che punta sulla valorizzazione dell’insetting ovvero della pratica virtuosa che mira all’abbattimento delle emissioni attraverso l’assorbimento della CO2 direttamente nei territori e nei contesti in cui l’azienda opera.”

I primi risultati

A un anno circa dall’inizio della nostra collaborazione, il professor Frey e il suo gruppo di lavoro hanno condiviso due importanti risultati con Sanpellegrino. “Il primo è stato l’individuazione della baseline e cioè la capacità attuale di assorbimento che la Riserva riesce a garantire, che si attesta su circa 1200 tonnellate di CO2 ogni anno. Il secondo, invece, rappresenta una serie di azioni mirate che abbiamo indicato e che, in stretta relazione con la tutela della biodiversità, possono aumentare questa capacità di assorbimento.”

Gli sviluppi futuri

Partendo dall’analisi dei dati raccolti a Scarperia, la collaborazione sta proseguendo anche per gli Stabilimenti di Cepina e di Ruspino, dove si trovano le fonti di Levissima e di S.Pellegrino. “Qui abbiamo appena iniziato le attività ma è già emerso che ci sono anche diverse connessioni con l’impegno per la gestione della risorsa idrica e il mantenimento della sua qualità nel futuro.” Il lavoro, dunque, è appena iniziato.

Di Prisca Peroni 

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