Gli esperti dell’Osservatorio Sanpellegrino danno alcuni consigli per evitare i rischi di disidratazione che di frequente possono colpire gli anziani
MILANO - Alterato senso della sete, diminuzione della capacità di concentrazione delle urine da parte del rene, diminuita efficienza dei sistemi ormonali di controllo e diminuzione dell’acqua corporea totale: sono, secondo gli esperti Osservatorio Sanpellegrino, le quattro principali cause di disidratazione e presenza di sodio nel sangue dell’anziano. Il rischio è ancora più elevato se a questo si aggiunge la colonnina di mercurio che arriva a superare i 35°. La parola d’ordine è idratazione, ecco i consigli.
GLI ANZIANI - Con l’avanzare dell’età, sopraggiungono diversi problemi fisici e anche le alterazioni dello stato mentale sono spesso causa di una diminuita assunzione di liquidi. Il tutto si complica se si considera che nell’anziano non vi sono evidenti sintomi di disidratazione. La secchezza delle mucose può mancare, così come è più difficile valutare il turgore della pelle e la differenza del peso corporeo che, a una certa età, è poco sensibile. Un indice di disidratazione è l’aumento delle pulsazioni cardiache di 10-20 battiti/min, passando dalla posizione sdraiata a quella in piedi. Altri possibili segnali di disidratazione possono essere costipazione, sonnolenza e letargia, condizioni però da un lato specifiche e dall’altro tipiche della terza età. Prevenzione con un’adeguata idratazione è dunque la parola d’ordine.
L’ESPERTO - “Le difficoltà della regolazione idrica negli anziani, possono essere almeno in parte superate misurando la quota giornaliera di acqua introdotta – afferma il Prof. Umberto Solimene dell’Università degli Studi di Milano e membro dell’Osservatorio Sanpellegrino – “A seconda della stagione e dell’apporto di liquidi in altre forme è utile assumere acqua solo da una bottiglia da 1,5/2 litri, che deve essere svuotata prima di sera. Va benissimo bere anche di più, ma il rispetto di una quota minima oggettiva garantisce all’anziano un apporto idrico su una soglia almeno di sufficienza”.
CORRETTA IDRATAZIONE - Esiste inoltre un semplice calcolo per stimare la quantità corretta di acqua da assumere negli anziani: moltiplicare il peso corporeo per 30. Ad esempio, una persona di 70 Kg è opportuno che assuma 2,1 litri di acqua. A confermare l’importanza di assunzione di acqua minerale è l’Istituto Clinico di Medicina dell’Università di Graz. Gli anziani tendono a bere poco e con l’arrivo dell’estate sono soggetti a malori dovuti a scarsa idratazione e carenza di oligoelementi, soprattutto in concomitanza a terapie diuretiche. L’acqua minerale, che oltre ad idratare è un integratore naturale di calcio, magnesio e potassio, è quindi la bevanda più indicata.
24 luglio 2012