In Inghilterra i ricoveri per calcoli renali dovuti a scarsa idratazione sono saliti del 136% in dieci anni

In Inghilterra i ricoveri per calcoli renali dovuti a scarsa idratazione sono saliti del 136% in dieci anni

Una rilevazione del Kings College di Londra ha evidenziato dal 2003 al 2014 i casi di persone ricoverate per calcoli renali è passato da 5.603 a 11.937 . Il motivo, secondo i ricercatori, è perché non si beve abbastanza acqua

Lo spiega uno studio del Kings College di Londra 

LONDRA – Della relazione tra insorgenza di calcoli renali e cattiva idratazione abbiamo già avuto modo di parlarne in passato. Oggi però dall’Inghilterra arriva una notizia che spiega quanto non bere sufficientemente durante il giorno possa portare un aumento di queste patologie e a conseguenti ricoveri ospedalieri.A riportare lo studio del Kings College di Londra è il noto tabloid Mirror.

LO STUDIO

Dal 2003 al 2014 i ricercatori coordinati dal professor Tom Sanders hanno notato unincremento del 136% dei casi di ricovero dovuti a calcoli renali. Si è passati cioè dai 5.063 nel 2003 agli 11.937 nel 2014. Tra i soggetti più a rischio ci sono gli uomini tra i 30 e i 60 anni. Lo stesso Sanders ha commentato: “Bere molti liquidi riduce il rischio di calcoli renali e per questo è consigliabile bere molta acqua durante la giornata”. Gli esperti raccomandano che le donne dovrebbero bere circa otto bicchieri da 200 ml di liquidi al giorno e gli uomini dovrebbero puntare a 10 bicchieri da 200 ml. 

IN ITALIA

La malattia renale cronica (MRC) è considerata un problema di salute pubblica di primaria importanza. Istituzioni internazionali come il “Center for Disease Control and Prevention” identificano questa patologia come una delle grandi priorità dell’era della transizione epidemiologica. In occasione della Giornata Mondiale del Rene, che si è celebrata in tutto il mondo il 12 marzo, il Gruppo Sanpellegrino ha annunciato la partnership con la Società Italia Nefrologia, impegnata a promuovere una corretta idratazione, importante alleata nella prevenzione di alcune patologie renali.

aggiornato il 2 aprile 2015