Nel tempo sono stati solo due gli aggiornamenti del catasto dei ghiacciai italiani, gli ultimi risalgono agli anni ‘80
MILANO – Dal 2007 a oggi il gruppo di ricerca da guidato da Claudio Smiraglia, esperto glaciologo e docente all’Università di Milano, ha studiato l’evoluzione dei ghiacciai del gruppo Dosdé Piazzi attraverso diverse tappe. Dalla conoscenza alla mitigazione, dagli esperimenti di protezione attiva con teli in geotessile fino allo studio del permafrost – ossia del ghiaccio “nascosto” nella roccia – e della neve. La ricerca ha rilevato nel complesso una riduzione della superficie glaciale che dal 2003 al 2007 si addirittura triplicata. Lo studio del glacialismo conosce ora una seconda fase, ovvero la rilevazione, per ogni ghiacciaio, di una serie di dati identificativi e classificativi. In altre parole creare “Il Catasto dei ghiacciai italiani”.
I GHIACCIAI - Costituiscono una risorsa importante dal punto di vista idrologico, climatico e turistico ma da oltre mezzo secolo non si fornisce un quadro dettagliato delle variazioni che hanno interessato i ghiacciai italiani durante gli anni. Afferma Smiraglia: “Se si pensa che proprio il glacialismo è ormai considerato l’indicatore più affidabile delle trasformazioni climatiche in atto, il significato di questo progetto di ricerca appare subito ben chiaro. L’obiettivo è rispondere ad alcune domande che paiono semplici ma che in realtà non lo sono: quanti sono i ghiacciai italiani? Qual è la loro superficie? Come si è modificata negli anni? Gli ultimi dati risalgono agli anni ’80: il Comitato Glaciologico Italiano ha rilevato 807 corpi glaciali dei quali 706 sono i ghiacciai veri e propri e 101 glacionevati”.
LA “FEBBRE” DEL GHIACCIO - Lo studio condotto dal 2007 a oggi, sui ghiacciai del Gruppo Dosdé Piazzi, in particolare sul Ghiaccio Dosdé Orientale, ha evidenziato una complessiva riduzione della superficie del ghiacciaio. Spiega Smiraglia: “In particolare, questa estate, la media delle temperature è stata sempre al di sopra dello zero. Parlando di fusione abbiamo riscontrato una diminuzione giornaliera di circa 2.5 cm a 2.650 metri, circa 1 cm a 2.800 metri. Negli ultimi cinquant’anni si è persa oltre la metà della superficie del ghiacciaio”. L’alta montagna sta quindi accelerando i ritmi di trasformazione: per questo è importante iniziare a raccogliere dati sull’evoluzione dei ghiacciai italiani per capire. “Si creerà in questo modo – aggiunge Smiraglia – un data base che potrà essere ampliato e aggiornato in tempi successivi, che verrà reso disponibile per la Comunità Scientifica Nazionale e Internazionale, per gli operatori del settore e per i cittadini, rispondendo alle richieste più comuni che riguardano il numero di ghiacciai, la loro superficie e le loro variazioni recenti”.
IL CATASTO DEI GHIACCIAI - Ad oggi gli unici dati aggiornati sono riferibili al 1989: il Comitato Glaciologico Italiano aggiornò il primo catasto risalente addirittura al 1959. Il nuovo progetto di ricerca, sviluppato in collaborazione con il Comitato Ev-K2-CNR e il Comitato Glaciologico Italiano, ricaverà i dati attraverso l’analisi di diverse fonti recenti: foto aeree, immagini satellitari, cartografia, letteratura preesistente.
12 dicembre 2012